Altofest nasce nel 2011 come atto di resistenza artistica e politica, con l’intento di DARE LUOGO ad una comunità fondata sul principio di “cittadinanza poetica”, che richiama al dialogo tutte le componenti sociali del tessuto umano-urbano in cui si innesta. Esso agisce come un’interferenza semantica nella quotidianità, donando ai suoi abitanti l’occasione per parlarsi in una lingua neutra, incontrarsi in uno spazio di rischio condiviso.
Altofest tende ad emanciparsi progressivamente dalla funzione di mera “produzione” e/o “programmazione” di spettacoli ed opere artistiche, abitualmente attribuita ai festival, per prefigurarsi come uno spazio di socialità sperimentale.
Altofest è concepito da Teatringestazione come un’opera-sistema, estesa nel tempo e nello spazio, condivisa con gli artisti e gli autori di diverse discipline, invitati a mettere in discussione le proprie opere, in maniera pubblica e collettiva, attraverso un’operazione di traduzione per lo spazio domestico. Con Altofest vogliamo interrogarci in maniera radicale sulla necessità di generare sempre nuovi valori, ridisegnare la relazione con i luoghi, di sovvertire l’uso degli spazi e l’attribuzione fissa di ruoli, di osare sconfinamenti (di genere, di disciplina, di competenza, d’azione) mai tentati.
Per questo, nella scelta delle proposte da inviarci, invitiamo gli artisti a non farsi influenzare dal pensiero della facile adattabilità dell’opera, perché l’occasione offerta da Altofest è proprio quella di poterne rielaborare la struttura, l’essenza e la direzione, in relazione al luogo e alle relazioni che lo attraversano e lo definiscono. Possono essere proposte una o più opere originali e compiute, concepite per spazi formali, e che alla compilazione del presente bando abbiano già debuttato pubblicamente. Sono ammesse anche opere archiviate o di repertorio che si intendono riattivare. Il tema, il contenuto, la durata, sono liberi. Le opere proposte devono appartenere al campo dell’arte dal vivo (teatro, danza, performance, formati sperimentali e interdisciplinari). Sono esclusi i progetti di spettacolo incompiuti o ancora in fase di studio o di creazione.
Gli artisti sono invitati a svolgere una residenza artistica di rielaborazione dell’opera proposta. L’opera sarà poi aperta al pubblico durante i giorni di programmazione, successivi alla residenza. La permanenza dell’artista è richiesta per l’intera durata di Altofest, per un totale di due settimane.
Modalità d’invio delle proposte artistiche
Tutti i professionisti sono i benvenuti. Non importano la nazionalità, la lingua, l’età, il paese di residenza. Sono escluse le formazioni amatoriali. Compilando il modulo, si dichiara di aver letto e di accettare incondizionatamente il regolamento allegato al bando Il modulo è il solo strumento preposto alla raccolta delle proposte per Altofest 2022. Scadenza 21 marzo 2022.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
“Michelina è originaria di Montemurro ma vive da molti anni a Tursi. Quando le abbiamo proposto di partecipare al progetto ‘Altofest Matera-Basilicata 2019′ è stata un po’ timorosa per la nuova esperienza in sé, ma felice di ospitare una famiglia di artisti: lui spagnolo e lei giapponese con il loro bambino. Non solo una ‘donatrice di spazio’ ma un mini-mondo dentro casa sua”.
Nelle parole di Massimiliano Burgi della Fondazione Matera-Basilicata 2019 c’è l’essenza della contaminazione culturale incentivata da “Abitare Futuro”, progetto di AltoFest realizzato in occasione di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, nel quadro del tema Riflessioni e Connessioni. Dal 4 novembre all’8 dicembre, 30 artisti internazionali, con performance in 11 città, saranno ospiti dei cittadini residenti presso le comunità di 4 differenti aree della Basilicata, il Vulture, la Val d’Agri, l’Entroterra Jonico e la Collina Materana.
Altofest nasce a Napoli nel 2011, ideato e curato da TeatrInGestAzione, diretto da Gesualdi-Trono, in dialogo con Loretta Mesiti. Altofest è concepito come un’opera-sistema in forma di festival, che si innesta nel tessuto socio-urbano in cui accade. È costruito con la partecipazione dei cittadini residenti, che ospitano nelle proprie case artisti nazionali ed internazionali. Le case diventano spazio di creazione artistica durante due settimane di residenza, e luoghi di programmazione aperta al pubblico durante i giorni del festival, accogliendo opere che sono espressione dell’arte contemporanea dal vivo, autori che sperimentano prassi ibride. L’opera d’arte irrompe nel quotidiano, lasciando emergere la parte poetica dell’esistenza. È un progetto di socialità sperimentale che si fonda sulla prossimità, sul dono, sulla cura reciproca, dando vita ad una relazione diretta tra artista e cittadino residente.
Altofest inaugura un dialogo sul senso profondo dell’ospitalità, miscelando la dimensione intima e quella pubblica, predisponendo uno spazio di promiscuità tra artisti e cittadini, tendendo al superamento dei ruoli, a favore di una partecipazione corale, di un’esperienza totale che genera “relazioni inedite”. Non si tratta solo di ospitare un’opera nella propria casa, ma di lasciare che la presenza quotidiana di un artista al lavoro contamini la visione di chi abita o attraversa quello stesso spazio. L’urgenza creativa dell’artista si fonde con le necessità del suo ospite, in un dialogo che ridefinisce l’opera, i segni che la compongono, così come lo spazio abitato e gli oggetti che lo definiscono “familiare”. Il cittadino che partecipa al progetto ne è parte strutturale e fondante, non utente o destinatario, ma agente del processo; egli si prende cura dell’opera d’arte e l’artista a sua volta si prende cura del suo ospite e della sua comunità di riferimento. La prospettiva curatoriale che disegna il “fest” si origina da una meticolosa attenzione al rapporto uno ad uno fra artista e donatore, lasciando che il potenziale generativo di questo incontro possa propagarsi al sistema di relazioni entro cui ciascuno si muove: infiltrarsi attraverso i diversi strati dell’abitare.
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