da Redazione Theatron 2.0 | 11 Ott 2021 | Tesi di laurea
TITOLO TESI > Il segno di Tatiana: per una lettura semiotica-coreutica del personaggio di Tatiana nell’Onegin di John Cranko
ISTITUTO > Accademia Nazionale di Danza – Diploma accademico di I Livello in Danza Classica ad indirizzo-tecnico Analitico
AUTRICE > Federica Bonagura
INTRODUZIONE DELL’AUTRICE
Il segno di Tatiana: per una semiotica coreutica del personaggio di Tatiana nell’Onegin è una sfida e al tempo stesso una conquista. Esiste una semiotica della danza, un campo quasi inesplorato che va ad analizzare i segni di cui la danza si serve. Il motivo per cui ho deciso di affacciarmi a questo campo, è dettato dalla curiosità di indagare la significatività del corpo, ovvero come esso si renda espressivo naturalmente a partire dalla sua presenza al mondo e come questa significatività sia amplificata nell’arte coreutica e nella performance teatrale.
La danza in quanto comunicazione non verbale comunica attraverso il corpo in quanto presenza, e come scrive il sociologo canadese Erving Goffman il corpo trasuda espressione, riferendosi alla sua capacità innata di significare e perciò di comunicare qualcosa al mondo. Il danzatore non ha voce, o meglio, deve dar voce al suo corpo. La danza deve perciò supplire alla mancanza di parola e servirsi della sua presenza fisica per manifestare la sua intenzione.
Il balletto Onegin, il primo full-length ballet interamente inglese commissionato a John Cranko nel 1957 è stato definito “il balletto narrativo per eccellenza”. Quella di Cranko è una teatralità drammaturgica ben precisa, mai superficiale e la sua genialità sta nell’aver concepito il suo disegno coreografico intensificando al massimo la potenza espressiva del corpo dei danzatori. Dal punto di vista psicologico, coreografico e attoriale, è Tatiana il personaggio più interessante, ricco di sfumature di senso e coloriture espressive di cui il coreografo ne ha studiato al dettaglio la postura, la gestualità, la mimica e gli oggetti scenici iscritti nella rappresentazione scenica.
Mantenere alta la concentrazione e il piano di ascolto, adoperare la memoria emotiva e ricercare la credibilità del personaggio sono i doveri di un vero interprete. Quando l’intenzione di un movimento o di un’azione sarà naturale e vera basterà solo affidare al corpo l’esecuzione prettamente fisica e tecnica, facendo viaggiare la mente e l’anima sul piano dell’emozionalità e del coinvolgimento emotivo.
La credibilità in scena sarà resa solo quando un danzatore interpreterà svariati ruoli rimanendo sempre sé stesso, vivendo tante vite ripercorrendo la sua sola.
LEGGI LA TESI DI LAUREA > IL SEGNO DI TATIANA
Federica Bonagura nata a Napoli nel 2000. Si forma come danzatrice classica e contemporanea dall’età di 10 anni in varie scuole private, prima a Portici e poi a Napoli. All’età di 18 anni entra all’Accademia Nazionale di Danza di Roma al Triennio Classico ad Indirizzo Tecnico-Analitico, Scuola di Danza Classica. Si diploma all’età di 21 anni. Attualmente continua il suo percorso di perfezionamento, coltivando contemporaneamente la sua passione per gli studi umanistici.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 23 Mag 2019 | News
Prende il via il 21 maggio per continuare fino al 2 settembre 2019 la terza edizione di Lunga Vita Festival, per la direzione artistica di Davide Sacco e la direzione organizzativa di Ilaria Ceci di Tradizione Teatro. Dal 2017, il festival ha raggiunto importanti obiettivi, collocandosi sul territoriocome polo artistico e culturale di riferimento per un pubblico trasversale. Il tutto con una proposta artistica fatta di teatro, musica, danza, letteratura e cinema, che torna nell’estate 2019 sviluppandosi in cinque prestigiose location della capitale, dal Teatro Argentina all’Accademia Nazionale di Danza all’Aventino, passando per il Teatro Valle, fino al Museo delle Civiltà all’Eur e al Mercato di Testaccio. Molti gli artisti coinvolti tra cui Daniel Pennac, Peter Stein, Emma Dante, Stefano Massini, Vinicio Marchioni, Francesco Montanari e Musica Nuda.

Primo appuntamento è quello del 21 maggio con la mostra “E poi Roma – Spin-Off di 1987 // 2017 Trent’anni Uniti”, dedicata ai Teatri Uniti e ai registi fondatori Mario Martone, Toni Servillo e all’indimenticato Antonio Neiwiller, fino al 2 giugno al Teatro Argentina, dove il 30 maggio sarà proiettato il film “Il Teatro al Lavoro” per la regia di Massimiliano Pacifico, prodotto da Teatri Uniti.
Dal 13 al 22 luglio, tra prime e seconde serate, saranno 19 gli spettacoli ospitati dall’Accademia Nazionale di Danza, che inaugura gli appuntamenti con la serata Premio Kemp, in collaborazione con la Compagnia Lindsay Kemp, dedicato allo sviluppo e al riconoscimento delle avanguardie del teatro danza nazionale. Il ricordo del visionario coreografo e danzatore britannico rivivrà proprio nel luogo e nel festival in cui realizzò il suo ultimo workshop nell’estate 2018.
Il 14 luglio, in collaborazione con PAV, si accendono i riflettori sulla prosa di Esteve Soler, tra gli autori catalani più rappresentati, il cui nome è presente con lo spettacolo “Contro la Libertà”, diretto da Mauro Lamanna in scena con Gianmarco Saurino e Elena Ferrantini. Segue in seconda serata la comicità degli autori e attori Francesco Arienzo e Valerio Lundini.
Si prosegue il 15 luglio con un altro doppio appuntamento: in prima serata, spazio allo spettacolo “Magari ci Fosse una Parola per Dirlo”, con Stefano Massini e il suo vortice di personaggi, storie e racconti; passerà il testimone ad Alessandro Bardani e Francesco Montanari nell’ormai cult “La Più Meglio Gioventù”.
Martedì 16 luglio è di scena la prosa con “Gli Uccelli – Nubicuculia la Città Impossibile”, di Aristofane per la regia di Cinzia Maccagnano, nove attori seguiti in scena dalla musica dal vivo di Lucrezio De Seta e Franco Vinci. Lo spettacolo, che arriva dal successo del debutto nell’anfiteatro di Segesta, rappresenta un esperimento di teatro classico al tramonto, come nella tradizione. Nella stessa sera la pluripremiata compagnia Frosini/Timpano, porta sul palco il testo di David Lescot dal titolo Gli sposi – Romanian Tragedy, pièce seguita dalla leggerezza degli stand up comedians Luca Ravenna, Daniele Tinti, Antonio Ricatti e Martina Catuzzi. Nella serata del 17 luglio in apertura Enzo Cosimi e la sua creazione coreografica/performativa e installativa dal titolo “La Bellezza ti Stupirà”. A seguire arriva l’apprezzata ironia diFrancesco De Carlo.
Il 18 luglio viaggio nella tradizione popolare siciliana grazie alla musica ed alla ricercatezza di Mario Incudine, seguito dal poliedrico umorista Daniele Fabbri. Il 19 luglio Vinicio Marchioni e Milena Mancini sono i protagonisti di “La Più Lunga Ora”, ricordi della furiosa storia d’amore tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, per la regia di V.Marchioni. In seconda serata arrivano i comici Michela Giraud, Daniele Lanzillotta, Sandro Canori e Stefano Capone. Il 20 luglio il duo voice&bass Musica Nuda formato da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti si esibirà in un suggestivo ed elegante live che lascerà poi spazio alla stand up comedy di Davide Marini, Velia Lalli, Daniele Gattano e Mauro Kelevra.

Vinicio Marchioni
Il 21 luglio serata unica con il seguitissimo paroliere Giorgio Montanini. Il 22 luglio doppio appuntamento: si comincia con la danza della coreografa Antonella Perazzo alla guida della Movin’Beat Company, che invaderà tutti gli spazi dell’Accademia con performance di grande impatto visivo. Seguirà l’atteso ritorno di uno degli spettacoli più intensi della stagione: “La Scortecata” di Emma Dante. Dal 30 agosto all’1 settembre il IX Municipio ospita il progetto per bambini “La Città dei Non Adulti” a cura di MAG – Movimento Artistico Giovanile.
Il 2 settembre in chiusura di festival, grande attesa per il debutto romano dello spettacolo “Il Caso Malaussène”, che vedrà sul palco l’autore Daniel Pennac. Dal 18 al 28 luglio presso il Teatro Valle sarà allestita, per la prima volta in Italia, prodotta da Tradizione Teatro, la mostra dedicata al regista Peter Stein dal titolo Nato a Berlino nel ’37, a cura di Davide Sacco. Il 20 giugno appuntamento speciale al Museo delle Civiltà con Aelita Andre, giovanissima pittrice australiana dodicenne, che realizzerà una performance e incontrerà gli spettatori.
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da Redazione Theatron 2.0 | 9 Dic 2018 | News

Teatri di Vetro – festival delle arti sceniche contemporanee per la direzione artistica di Roberta Nicolai, presenta il progetto Oscillazioni dal 13 al 19 dicembre al Teatro India di Roma, punto di arrivo di un percorso progettuale iniziato nel mese di settembre che compone e caratterizza la dodicesima edizione del festival. Oscillazioni nasce dal desiderio di indagare e ridefinire la relazione tra palcoscenico e platea con una particolare attenzione alla processualità della creazione scenica. È una proposta plurale. Cinque sezioni tematiche per dialogare con la creazione contemporanea e ingaggiare spazi e contesti territoriali. Oscillazioni è il senso del tutto, declinato e sotteso, che trova proprio al Teatro India, al termine di un lungo percorso, concretezza, azzardo e realizzazione.
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Per questa edizione il festival è stato suddiviso in blocchi progettuali: TDV12 ha inaugurato con la sezione Trasmissioni, realizzata a Tuscania (VT) dal 17 al 22 settembre, ha poi proseguito con il FYMMEC Focus Young Mediterranean And Middle East Choreographers 2018 che si è svolto all’Accademia Nazionale di Danza e all’Angelo Mai di Roma il 26 e 27 settembre. Con Composizioni ha realizzato al Teatro del Lido spettacoli che hanno coinvolto bambini, cittadini, rifugiati e con Elettrosuoni ha proposto una giornata di immersione nella musica elettronica sperimentale a Bisca/Circolo del Parco, per approdare infine a Oscillazioni al Teatro India.
41 rappresentazioni, 14 tra laboratori, seminari, stage rivolti a bambini, rifugiati, amatori, professionisti, cittadini. I 20 artisti di TDV2018: Fanny&Alexander/Chiara Lagani, Salvo Lombardo/Chiasma, Leviedelfool, Piccola Compagnia Dammacco, Dehors/Audela, Simona Bertozzi/Nexus, gruppo nanou, Opera bianco, Cie MF, Sonenalè/Riccardo Fusiello, Enea Tomei, Meno infinito, Franz Rosati, Simone Pappalardo/Alberto Popolla/Josè Angelino, Acre, Alessandra Cristiani, Giuseppe Muscarello, Synchromia, Mithkal Alzghair, Seifeddine Manai.

Ad aprire il festival il 13 dicembre è Salvo Lombardo_Chiasma con Opacity#2 – in replica il 14 dicembre –e a seguire la compagnia Fanny&Alexander/Chiara Lagani con I libri di Oz. Il 14 dicembre la compagnia Opera Bianco presenta il progetto Primi appunti coreografici per il progetto Jump!. Il 15 dicembre va in scena La buona educazione di Piccola Compagnia Dammacco con la collaborazione di Serena Balivo, nella stessa giornata si affianca a La buona educazione, in totale autonomia artistica, la creazione OASI Comizio sui valori di Enea Tomei. Sempre il 15 Opera bianco ingaggia una pluralità di soggetti – un performer, un critico, una matematica e un clown – nel dispositivo performativo che indaga la radice della ricerca della compagnia. Il 16 dicembre è ancora la volta di Piccola Compagnia Dammacco con Invisibile, si prosegue con la danzatrice e coreografa Simona Bertozzi che porta in scena due progetti: Urto e Flow on river infine Sonenalè presenta al pubblico Lo spazio delle relazioni. Il 17 dicembre si susseguono Opera Bianco con Grand Mother, Dehors/Audela con Tanto non ci prenderanno mai e gruppo nanou con Resa Alphabet. Il 18 dicembre ancora in scena Fanny Alexander con L’altro mondo, a seguire gruppo nanou con Relazione Alphabet; dalle ore 21.00 la compagnia Leviedelfool con Yorick un Amleto dal sottosuolo. La serata di chiusura del 19 dicembre vede coinvolti Salvo Lombardo, Levidelfool, gruppo nanou e Simona Bertozzi
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