Consorzio Teatri di Bari, intervista al direttore artistico Vito Signorile
Per la prima volta in Puglia nel 2014 ha preso forma una collaborazione organica tra due strutture teatrali consolidate come il Kismet e l’Abeliano. Queste, raccogliendo la sfida ministeriale, hanno dato vita al Consorzio Teatri di Bari, riconosciuto dalla Commissione consultiva per la prosa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, TRIC – Teatro di Rilevante Interesse Culturale, per il triennio 2015-2017, unico in tutto il Sud Italia.
Dopo il primo triennio del Consorzio, è possibile tracciare un bilancio entusiasmante. Abbiamo intervistato Vito Signorile, direttore artistico di Teatri di Bari, in merito alla stagione teatrale 2017/2018 “FUTURI POSSIBILI RADICI”:
• Nel 2014 pochi avrebbero scommesso sul successo del connubio tra Kismet e Abeliano. Eppure, considerato il bilancio del primo triennio del consorzio Teatri di Bari, con 206000 spettatori, 1170 recite, 43 progetti candidati a livello internazionale, nazionale e regionale, un premio Cultura di gestione ricevuto all’Aquila il 4 luglio scorso nell’ambito de #laculturafaimpresa e tre premi Eolo Awards 2017 per lo spettacolo “Ahia” prodotto da Teatri di Bari su progetto di Senza Piume, sembra che questa unione sia stata un buon investimento. Come siete riusciti a trovare un punto d’incontro per creare un organismo con una forte identità senza snaturare i due nuclei preesistenti?
Non è stato facile unire in matrimonio due tradizioni teatrali del nostro territorio così diverse. Quello che ci ha guidati è stata una visione futura: dare alla Puglia un teatro nazionale. Le nostre differenze sono diventate una ricchezza da cui partire, uno stimolo per noi per aprirci ad un confronto che ci ha permesso di crescere e crearci obiettivi più ambiziosi.
• “Il passato è una fortezza inespugnabile per il reazionario e una casa da incendiare per il teppista. Per gli uomini di buona volontà il passato è un’avventura, un codice, un sogno dentro il sogno di un domani capace di smentire le previsioni dei metereologi pagati un sesterzio a sciagura annunciata. Come dice il poeta, nei sogni cominciano le responsabilità” scrive Nicola Lagioia, presidente onorario di Teatri di Bari. Quali sono le responsabilità, nei confronti della comunità, di chi lavora nel settore della cultura e percepisce finanziamenti pubblici?
Riteniamo di affrontare il più impegnativo fra i nostri compiti attraverso un’attenta costruzione di rassegne, spettacoli evento, invenzioni e curiosità, lunghe tenute di spettacoli, progetti sempre più innovativi indirizzati alle scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie. Sperimentare, Contaminare, Innestare saranno le parole d’ordine che caratterizzeranno il nostro lavoro per i prossimi tre anni con processi produttivi importanti, nel segno della qualità e della ricerca espressiva e linguistica, in continuo confronto con i grandi maestri della scena nazionale ospiti di Teatri di Bari. Le produzioni, le programmazioni e le ospitalità nei Teatri gestiti dal nostro Consorzio, nel rispetto delle caratteristiche fisiche delle sale e dell’esigenza di spettatori sempre più numerosi, sempre più giovani, sempre più preparati, saranno caratterizzate da qualità alta e tematiche varie e culturalmente avanzate. Fra tradizione e sperimentazione vi è la grande esigenza di promuovere nuovo pubblico e abitudine al teatro. Lavoriamo per un progetto degno della Città Metropolitana che ci ospita.
Non solo dibattiti su importanti tematiche della vita quotidiana come scuola, comunità, cibo ed economia, ma anche mostre d’arte nel foyer, coinvolgimento di artigiani, narratori, poeti locali e cittadini attraverso il “Festival Castello” e addirittura un ciclo di incontri dedicato alle serie tv nel progetto “Storie (in) Serie. Narrazioni a puntate”, un progetto ideato dall’associazione Pool per indagare le serie televisive come nuova forma di letteratura. Progetti che evidenziano un grande interesse per la contemporaneità e il tentativo di evitare l’autoreferenzialità nella stagione “Futuri possibili radici”.
La molteplicità di attività culturali collaterali è sempre stata una caratteristica dell’Abeliano e del Kismet. Le nuove impegnative scommesse riguardano le periferie urbane, convinti come siamo che soprattutto quelle popolazioni abbiano diritto alla cultura e allo spettacolo dal vivo, e il FestivalCastello, che punta a diventare un centro di attività estivo in cui oltre gli spettacoli serali di prosa, musica, danza, immaginiamo un’attività pomeridiana di intenso coinvolgimento di artigiani, poeti e popolazione di Bari vecchia.
Attraverso laboratori per tutte le età, percorsi di approfondimento per studenti e insegnanti, rassegne per le famiglie e progetti che coinvolgono i quartieri più popolari come “Festa di periferia” state formando nuovo pubblico. E alle esigenze del pubblico vi adattate, con l’introduzione del biglietto dinamico e servizi di intrattenimento per bimbi piccoli in salette animate da babysitter teatrali. Descrivete spettatori “sempre più numerosi, sempre più giovani, sempre più preparati”. Come è cambiato il pubblico negli ultimi vent’anni?
È un pubblico che diventa sempre più esigente, che si è formato nel corso di questi anni venendo a teatro, affamato di novità, ma che ha bisogno anche di recuperare il meglio del proprio costume e delle proprie tradizioni. Allo stesso tempo c’è un potenziale pubblico, quello degli adolescenti, che bisogna essere in grado di coinvolgere. Stiamo lavorando in questa direzione attraverso una grande mole di attività con e per le scuole di ogni ordine e grado.
La strategia di rinnovamento e stabilità si pone come obiettivo la costruzione di una Scuola Stabile di Teatro e di una Compagnia Stabile Teatri di Bari: quando e in che modo verrà sviluppato questo progetto?
È un progetto ambizioso, stiamo creando le fondamenta e se il Ministero per il prossimo triennio ci riconoscerà ancora Tric, cioè Teatro di Rilevante Interesse Culturale, sarà doveroso per noi proseguire verso questi obiettivi. Per la Scuola di Teatro abbiamo già avviato un progetto in progress dal titolo semplice e affascinante: “Teatranti”, promosso dalla Regione Puglia, sperimentato nel Padiglione della Cultura alla Fiera del Levante in collaborazione col Teatro Pubblico Pugliese e con la partecipazione di numerosi maestri della Scena Nazionale. Proseguiremo a tappe successive fino ad una vera e propria Scuola di Teatro. Anche la Compagnia Stabile necessita di gradualità, impegnando, tra l’altro, la struttura a investimenti e costi non indifferenti.
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