Stormi si ispira alla vicenda di Vincent Lambert, un caso che ha animato l’opinione pubblica francese sul tema del cosiddetto “fine vita”. Nella battaglia fra amore coniugale e amore materno ho visto un fortissimo potenziale teatrale. Nonostante avessi una posizione piuttosto netta sul tema, per me era importante mettere da parte questa consapevolezza civile. Volevo che la mia scrittura fosse libera di arrischiarsi in un territorio meno rassicurante, oltre il mero intento cronachistico. Ho cercato quindi di mettermi nei panni di entrambe le donne, provando a giudicare il meno possibile le loro posizioni e a rintracciare, invece, i caratteri di estrema fragilità, e dunque di turbolenta umanità, che le contraddistinguevano. In Stormi gli spettatori assistono ai dubbi, alle solide convinzioni, alla stasi agitata che la loro vicenda impone. Come un moderno Caronte, il personaggio di Samuel – vivo e attivo in scena a dispetto delle sue condizioni cliniche – fa da tramite tra realtà e possibilità, tra dimensione privata e dimensione pubblica.
Anno di stesura: 2022
Numero pagine: 45
Numero personaggi: 3
Testo già rappresentato: NO
Vincitore primo premio Inedito – Colline Torinesi 2019
Segnalazione premio Hystrio 2019
SINOSSI
Da nove anni Samuel è costretto su un lettino. Non può muoversi né parlare ma respira da solo e può avere una discontinua relazione con l’ambiente che lo circonda. Gli specialisti lo chiamano stato di coscienza minima. Sebbene l’ordinamento giuridico del suo Paese preveda una legge sull’accanimento terapeutico, la questione non è così semplice: Anna, la madre, si è opposta alla delibera del tribunale, mentre la moglie, Sara, è d’accordo con i medici e con i giudici, e si batte per farlo morire. L’estenuante battaglia legale e mediatica sembra però essere vicina a una conclusione: la Corte d’Appello sta per esprimersi sul caso in maniera definitiva.
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