16 produzioni – di cui 5 nuove produzioni esecutive, 6 nuove coproduzioni e 5 riprese – 29 spettacoli ospiti e 24 spettacoli programmati per Torinodanza: questi i numeri per la nuova Stagione del Teatro Stabile di Torino che si conferma saldamente al secondo posto tra i Teatri Nazionali, prestigioso riconoscimento, quest’ultimo, che solo sette Teatri Stabili in Italia hanno ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La prossima sarà una stagione particolarmente composita e variegata, capace di proporre agli spettatori molti spunti di riflessione sulla complessa situazione in cui si configura la realtà che ci circonda; un programma che attraverso la drammaturgia contemporanea, così come la nuova rilettura dei classici, si apre sul presente con uno sguardo rivolto ai possibili risvolti futuri. Come sempre, al centro, un progetto produttivo in continuo sviluppo che si specchia in queste tematiche, capaci di illuminare nuovi scenari e interpretare e dare voce a bisogni, aspettative e tendenze di un pubblico affezionato quanto esigente.
Si riafferma anche quest’anno la vocazione internazionale del Teatro Stabile che ha deciso di incrementare il suo impegno con la produzione di due spettacoli di grande levatura: la Stagione si inaugura infatti con il pluripremiato Disgraced di Ayad Akhtar, con la regia di uno dei maestri della scena europea, l’austriaco Martin Kušej direttore del Residenz Theater di Monaco di Baviera, e con la messa in scena di Les Trois Sœurs da Anton Čechov, con la regia e l’adattamento dell’australiano Simon Stone, brillante fenomeno della scena globale, coprodotto con l’Odéon – Théâtre de l’Europe, che vede fra gli interpreti Valeria Bruni Tedeschi. La proposta internazionale della prosa si integrerà con quella della danza che prevede compagnie provenienti da tre continenti.
Nel novero delle produzioni troviamo un’interessante offerta di titoli classici: Don Giovanni di Molière diretto da Valerio Binasco; Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni affidato a Jurij Ferrini; L’Illusion Comique di Pierre Corneille portato in scena da Fabrizio Falco e Le Baccanti di Euripide secondo Andrea De Rosa. La grande attenzione alla drammaturgia contemporanea è testimoniata dalla messa in scena de Il Sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo con la regia di Mario Martone; Il nome della rosa di Umberto Eco messo in scena da Leo Muscato; L’Arialda di Giovanni Testori, diretto da Valter Malosti; Galois di Paolo Giordano con la regia di Fabrizio Falco; Emone. La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato di Antonio Piccolo, diretto da Raffaele Di Florio, testo vincitore della I edizione del Premio Platea per la Drammaturgia e Da questa parte del mare da Gianmaria Testa, con la regia di Giorgio Gallione.
Il territorio continua ad essere un importante punto di riferimento e anche nella nuova stagione prosegue la collaborazione con le compagnie e le associazioni indipendenti del teatro torinese: in particolare quest’anno si coproduranno Lear, schiavo d’amore dei Marcido Marcidorjs, con la regia di Marco Isidori e Mistero Buffo di Dario Fo con il Teatro della Caduta, diretto da Eugenio Allegri; oltre agli spettacoli affidati a Valter Malosti e Jurij Ferrini, Marco Lorenzi del Mulino di Amleto dirigerà Alice nel paese delle meraviglie da Lewis Carroll e sempre per il pubblico dei più giovani verrà ripresa La bella addormentata nel bosco da Charles Perrault per la regia di Elena Serra. In quest’ottica verrà inoltre programmata una nuova edizione della rassegna Il cielo su Torino.
Nella Stagione 2017/2018 si rinnova l’iniziativa Un posto per tutti per la quale la Fondazione CRT, ha stanziato un fondo che permette di offrire gratuitamente 1.000 abbonamenti alle fasce più deboli: un’opportunità di integrazione e condivisione che nella stagione in corso ha riscosso grande interesse non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte di altri teatri italiani e europei. L’abbonamento è rivolto ai cittadini italiani e stranieri a basso reddito (parametro Isee) residenti nel nostro territorio e si pone l’obiettivo di allargare ancor più la platea favorendo la coesione sociale e l’integrazione, certi che lo spettacolo dal vivo possa anche rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.