Questo articolo è stato prodotto durante il laboratorio di Audience Development & Digital Storytelling con gli studenti e le studentesse dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Cos’è stato e cosa sarà “Castellinaria”?
Il Castello di Alvito, un piccolo gioiello nella valle di Comino, ha ospitato per la seconda volta il Festival Castellinaria avvicinando i giovani e gli abitanti del territorio a una delle più antiche arti della storia: il Teatro. La cerimonia d’inaugurazione ha dato il via a una settimana di festa, arte, musica e scoperta delle tradizioni e delle bellezze paesaggistiche locali. Ogni sera è stato proposto uno spettacolo, andato in scena en plein air sotto un bellissimo cielo stellato: un momento per ridere, emozionarsi, imparare, vivere il teatro da protagonisti.
Leonardo D’Alessandro
Formarsi sul territorio, vivere l’evento e narrare l’esperienza tramite il digitale
Sono questi i tre punti che mi danno modo di descrivere il mio tirocinio formativo con Theatron 2.0 a Castellinaria. Il territorio diventa un’aula e un laboratorio in cui formarsi ed esercitarsi sul Digital Storytelling. Una produzione di contenuti digitali ricavata dall’esperienza vissuta durante l’esplorazione del territorio e la visione degli spettacoli inscenati nel Castello di Alvito. L’evento non viene vissuto da spettatore, ma da membro interno alla grande comunità sentendosi parte di ciò che viene realizzato a Castellinaria.
I contenuti digitali non vengono emarginati dallo spirito dell’evento; al contrario, sono pervasi dall’atmosfera del Festival in tutti i loro aspetti. Narrare gli eventi del Festival tramite il digitale è un lavoro di gruppo e di confronto. Solo tramite la discussione produttiva, si possono produrre materiali di qualità. Collaborare e condividere le idee è il modo più idoneo per portare avanti e realizzare un progetto. La settimana trascorsa insieme, durante il Festival Castellinaria, ci ha regalato nuove amicizie, risate, discussioni e la possibilità di imparare a ragionare intorno all’arte teatrale senza mai perdere la libertà di emozionarsi.
Gianluca Faella
Tra i monti di Alvito, in un’atmosfera magica, all’insegna del divertimento e della partecipazione
Ogni serata è stata caratterizzata da performance dal vivo da parte di musicisti e attori a livello nazionale, capaci di intrattenere il pubblico attraverso le loro abilità artistiche. Otto giorni festivalieri da cui il pubblico non poteva che uscirne arricchito, consapevole più che mai di quanto il teatro consenta di trovare sé stessi, entrando in contatto con le emozioni più intime e profonde, di quanto quest’arte millenaria possa essere lo specchio dell’anima.
CastellinAria vuol dire concretizzare i propri sogni, ma anche quelli altrui: si costruisce insieme, si impara insieme, si realizza infine un sogno che da individuale diventa collettivo, tante menti e cuori che si uniscono e ne diventano uno. Il teatro diventa portatore di solidarietà e fratellanza, il tutto collegato dalla passione per l’arte.
Simona Rella
CastellinAria è ‘n’avventur rent a n’ munn parallel, addò s’cred’ agl’sugn ch’ c’fav’ viv’ e ‘uarda’ luntan’
CastellinAria c’porta rent a n’ munn addò s’spera ancor, addò s’ascota gl’pruopria cor. CastellinAria è n’viaj ch’fà divertì ma pur’ maturà, n’viaj ch’fà r’nasc gl’ommn. Fa sci’ ‘n legam paricchie stritt’ tra gl’viecchie e gl’mammuoccie, tra gl’spettator’ e gl’artist’. C’fa capì gl’valor d’n’piccl paesin comm Alvit e d’trouà la bellezza rent alla semplicità. CastellinAria permett d’s’ in contatt’ co’ l’cos’ essenzial’ della wita, gl’valor ch’fav’ buon all’anim. C’fà rtruà l’amicizia: l’importanza d’accogl’ tutt’ gl’ tip’ d’prson, la libertà d’esse chi s’vuo e d’ n’n s’ sntì mai for dalla tribù. C’fà capì l’importanza degl’sacrific, sacrific d’tutt’ chigl ch’ tiev’ gl’coragg’ d’stà a scommatt co’ l’pruoprie passion’. CastellinAria accucchia l’esigenz e gl’desiderie dlla gent’: CastellinAria semm’ nu’.
Valeria Amata
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