Ravenna città d’acqua, di ponti tra culture e di teatro. Con Ravenna InOnda, la festa di Rai Radio 3 presentata nei giorni scorsi dal direttore Andrea Montanari e svoltasi dal 30 settembre al 2 ottobre ospitando incontri, spettacoli e concerti, la città bizantina è stata soprattutto custode della memoria storica contemporanea.
Dal nazismo alle stragi irrisolte del 1980, dalla guerra dei Balcani all’intreccio tra politica e affarismo nell’epopea di Raul Gardini. Una carrellata di artisti e intellettuali, riuniti attorno alla kermesse che si è svolta al teatro Alighieri, anticipata dalla serata musicale dedicata a Lucio Dalla, nel decennale della scomparsa.
Un’alternanza di momenti di riflessione a concerti, recital ed eventi in cui la protagonista è stata la radio, mentre il teatro si è inserito con il modulo di brevi estratti di opere delle compagnie teatrali formatesi intorno al Teatro delle Albe di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, della durata di 10-15 minuti al massimo, in cui sono stati ospitati Fanny&Alexander, ErosAntEros, Menoventi, Elena Bucci e Marco Sgrosso, Nerval Teatro e Lady Godiva.
Evento clou venerdì 30 settembre, con alcuni estratti dello spettacolo Manhattan Project scritto e interpretato da Stefano Massini, primo autore teatrale premiato all’ultima edizione dei Tony Awards, con un’avvincente narrazione sul gruppo di scienziati ebrei ungheresi emigrati in America negli anni Trenta e artefici della creazione della bomba atomica.
Introdotto dalla giornalista Laura Palmieri, che ne ha sottolineato la portata anticipatrice, il Manhattan Project racconta di migrazione forzata, di dialetto yiddish e di straordinarie intuizioni nel campo della fisica al servizio della morte e della distruzione, affinché “i nostri figli possano dormire tranquilli”.
Alla stregua di nuovi profeti, Massini li anima, fa discutere, in oltre un’ora di narrazione a ritmo incalzante e vivida che solo alla fine si smorza per diventare il grido angosciante di Geremia alla domanda Che cosa vedi?
Attraverso i brevi flash delle compagnie ravennati conosciamo invece Arpad Weisz, allenatore di calcio di eccezionale talento di origini ebraiche, costretto ad emigrare in Francia con le leggi razziali del ‘38, poi catturato e morto ad Auschwitz. Il viaggio infernale della giovane Wared dall’Eritrea alla Libia, dove insieme ad altre 16 sventurate compagne viene brutalmente abusata e costretta alla conversione all’Islam, processata, in attesa di un bambino non desiderato e senza nessuna prospettiva. I 13 operai morti asfissiati nella stiva della nave Elisabetta Montanari al porto di Ravenna il 13 marzo 1987, vittime del caporalato. Lo sconforto di Heinrich il pazzo di fronte all’Europa in fiamme.
Ma anche l’Africa romagnola (o la Romagna africana) scoperta dal Teatro delle Albe durante una lezione universitaria di geologia negli anni’80, in cui si dimostrava che nella formazione dei continenti, per una strana ironia del caso, un pezzo di Africa si sarebbe andato ad incastrare in mezzo all’Italia, che corrisponderebbe all’attuale Romagna.
In questi 40 anni di teatro di ricerca, ha quindi raccontato uno dei suoi fondatori, Luigi Dadina, le Albe hanno cercato sempre le radici ma anche i fiori, frutto delle relazioni, dei ponti costruiti per andare incontro allo straniero, al bambino, al ragazzo, all’altro.
Sullo sfondo, Ravenna città d’acqua “dove i pesci nuotano tra i mosaici” che è, nella sua essenza, fluire incessante, mutamento e abbraccio. Per questo non c’è nessuno spazio per confini troppo rigidi, linee di demarcazione, muri, velleità puristiche e di superiorità.
Solo le nazionalità linguistiche di cui ci parlano Fanny&Alexander, solo le parole ci appartengono e ci identificano, perché “le parole, la grammatica, la sintassi sono scalpelli che scolpiscono il pensiero”.
Insegnante di italiano come seconda lingua, formatasi all’Università per Stranieri di Siena, giornalista pubblicista iscritta all’Ordine laureata in Filosofia e Beni culturali all’Università degli Studi di Bologna, una grande passione per il teatro. Pirandello, De Filippo, Pasolini e le avanguardie del Novecento i preferiti di sempre.