TITOLO TESI: “Il Principe costante di Jerzy Grotowski. Influenza e raggio d’azione nella storia del teatro e degli studi nella seconda metà del Novecento”
ISTITUTO: Arti e Scienze dello Spettacolo – Università “La Sapienza” di Roma
AUTRICE: Ornella Rosato
Introduzione dell’autrice:
Il Principe costante di Jerzy Grotowski, in seno alle sue caratteristiche spettacolari, alla sua carica simbolica, alle rivoluzionarie tecniche dei suoi attori, nonché all’estetica di lavoro che lo sottende, è uno spettacolo che si pone come interessante caso di studio nel più vasto ambito del Novecento teatrale.
Il Principe costante catalizzò l’attenzione del teatro euro-americano sulla ricerca artistica di Grotowski e segnò il processo evolutivo del lavoro del suo regista figurandosi come uno degli spettacoli-manifesto del Teatro Povero, nota tappa dell’attività di Jerzy Grotowski, in cui il teatro viene liberato da tutto ciò che sopravvive all’agire dell’attore offuscando il rapporto che viene a crearsi tra attore e spettatore, vera essenza dell’accadimento teatrale.
Prodotto dal Teatr Laboratorium, Il Principe costante segna il momento di passaggio dallo studio sull’arte dell’attore allo studio sulle implicazioni spirituali che il teatro può avere sull’uomo. Affinché il montaggio del regista – la cui sede è lo spettatore – abbia effetto, è necessario che attori e spettatori condividano un bagaglio mitologico collettivo che, in questo caso, sarà costituito daltesto di partenza dello spettacolo: la traduzione polacca che Juliusz Słowacki fece, nella seconda metà dell’Ottocento, del dramma seicentesco di Pedro Calderón de la Barca.
Per risarcire l’attività che Grotowski ha condotto nella stagione del Teatro Povero, ho ritenuto necessario ripercorrere il training fisico e psicologico che ha compiuto Ryszard Ciéslak, protagonista dello spettacolo, per affrontare il ruolo di Don Fernando. La ricerca di Jerzy Grotowski si è predisposta al confronto con il lavoro dei padri della regia: nel corso della sua attività, sarà lo stesso regista a raccontare della forte influenza che ebbero Kostantin Stanislavskij e Antonin Artaud sulla sua formazione teatrale. Infatti, proprio al “Teatro della crudeltà” auspicato da Artaud, quale teatro capace di sconvolgere lo spettatore mirando a colpirne i sensi, il teatro di Jerzy Grotowski è stato a lungo associato dalla critica mondiale per il forte impatto − di shock parla Eugenio Barba – che i suoi spettacoli riuscivano a procurare sul pubblico che vi assisteva.
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Biografia dell’autrice:
Ornella Rosato nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.