Volevo fortemente scrivere un testo politico, che si rifacesse alla tradizione del teatro tedesco, dando voce a personaggi e luoghi che di solito nella scena teatrale italiana non trovano molto spazio: ho raccontato un sabato pomeriggio al centro commerciale e ho portato l’azione e la narrazione alle estreme conseguenze. Ho scritto “Ok Boomer. Anch’io sono uno stronzo” perché avevo voglia di parlare del consumismo, della nostra condizione di privilegiati e di come mi sento io (già si evince dal titolo).
Il centro commerciale di cui parlo è a pochi passi da casa mia.
I personaggi sono persone vere sotto falso nome e li conosco tutti.
Alcune cose che ho scritto le hanno fatte, altre avrebbero voluto tanto farle.
Anno di stesura: 2021
Numero pagine: 29
Numero personaggi: 10
Testo già rappresentato: NO
2021: Vincitore del 14° Premio Riccione "Pier Vittorio Tondelli"
SINOSSI
Il sabato pomeriggio, in un negozio di articoli sportivi di un centro commerciale, ladruncoli di ogni genere prendono d’assalto tutto ciò che gli capita a tiro.
Un ragazzino, beccato a rubare un paio di Nike Air, porta accidentalmente alla luce una realtà ben più torbida che si cela nel seminterrato del negozio: un laboratorio dove lavorano immigrati irregolari ridotti in schiavitù.
Un manipolo di eroi improvvisati cerca disperatamente di salvarli, ma solo per salvare sé stessi e le proprie esistenze mediocri.
Una finta lotta al capitale, un rimpallo di colpe tra boomers che immancabilmente scaricano la responsabilità del loro ennesimo fallimento sul ragazzino adolescente.
2021 – Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” con “Ok Boomer. Anch’io sono uno stronzo”
Con una lingua concreta e iperbolica e un andamento che oscilla tra racconto e rappresentazione, l’autore mette in luce alcuni dei principali conflitti del nostro presente: gli eccessi del consumo, il conflitto generazionale, il lavoro nero e lo sfruttamento delle nazioni ricche sulle regioni povere del mondo.
Perché il testo di Nicolo Sordo è commovente, ironico, spiazzante.
Perché stai immediatamente dalla parte del protagonista, un adolescente simpatico che vorrebbe le Nike Air ma è invaso dal dubbio del possedere, che l’autore chiama IO. Ma stai anche dalla parte del padre, comunista vecchio stile, alcolizzato come tutti i delusi, anticonsumista arrabbiato, con un nemico chiaro: i centri commerciali.
E stai ça va sans dire dalla parte del personaggio TRANS a risonanze cheguevariane che vuole salvare i sottomessi.
E per forza di cose stai dalla parte dei bangla fantasmali rinchiusi in un “sotto” senza nome, che è il sotto e il dietro del mondo: quello che tutti facciamo finta di non vedere. E mentre leggi, ridi, pensi e ti affezioni. E alla fine un po’ ti dispiaci di non conoscerli davvero, questi personaggi.
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