Nives, fantasmi del passato nella campagna toscana

Mar 14, 2025

Dall’omonimo romanzo di Sacha Naspini arriva sul palco del Teatro Tor Bella Monaca un storia della provincia italiana, per la precisione toscana, popolata di personaggi singolari, assurdi e proprio per questo quantomai vivi. Sembra, alla fine della rappresentazione, di conoscere tutto il paesello in cui la vicenda si ambienta anche se sulla scena le presenze umane sono solo due: Sara Donzelli nei panni di Nives, rimasta vedova di recente nella piccola fattoria dove ha passato quasi tutta la vita, e Loriano, il veterinario della zona e vecchio amico della donna, interpretato da Sergio Sgrilli

La pièce si apre con il macabro racconto della morte di Anteo, il marito della protagonista, che è stato in parte divorato da uno dei suoi maiali dopo aver avuto un infarto nel cortile. La surreale vicenda è solo la prima di una serie di storie pazzesche, leggende e scandali della campagna toscana di cui lo spettatore verrà a conoscenza durante la telefonata di quelli che all’apparenza rimangono per tutta la prima parte della rappresentazione non più che due amici di vecchia data.  

Il pretesto che ha portato Nives a chiamare Loriano di sera, dopo cena, è una gallina zoppa, nuova inquilina della protagonista che ha preso il posto del defunto Anteo nella casa e sembrerebbe anche nel cuore della donna. L’animale è rimasto all’improvviso imbambolato davanti alla pubblicità di un detersivo in televisione e per questo Nives ha deciso di contattare d’urgenza il veterinario. Col passare delle ore e l’avanzare della notte la conversazione fra i due si fa però sempre più intima: iniziano a ricordare la loro prima giovinezza, riportano a galla i primi amori ma anche le gelosie, nonché quelle due strane morti che sconvolsero il paese quasi mezzo secolo prima.  

© Francesco Minucci

Pochi sono gli elementi scenografici che arredano le due simmetriche metà della scena, illuminate da luci di tono diverso a suggerire due ambienti e due atmosfere casalinghe distinte: il salotto di lei, caldo ma oscuro, immerso nella penombra del rimpianto, e quello di lui, esposto a una forte, implacabile luce fredda che prima della fine della serata svelerà come in un interrogatorio ogni suo segreto. Il tavolo ai cui estremi siedono i due attori collega e separa due personaggi che si conoscono da troppo tempo. In una conversazione privata che allo spettatore sembra di origliare dalle cuffie che gli sono state date prima dell’inizio dello spettacolo, i due vecchi amici rivelano di essersi ritrovati, giorno dopo giorno, intrappolati nella vita che non desideravano, lontani anni luce dai loro sogni e desideri. Nives sospetta che a maledirli sia stato lo spettro geloso di una ragazza innamorata, caduta anni prima da un campanile.  

Eppure, non sono nemmeno i fantasmi arrivati dal passato a tormentare i vivi e la loro deprimente vecchiaia i veri motivi per cui Nives ha telefonato a Loriano. Nelle cuffie degli spettatori le voci degli attori sussurrano la storia di un antico amore tra i due protagonisti, una grande passione tradita dalla codardia di un uomo che non ha avuto il coraggio, al momento giusto, di scegliere e che ora cerca conforto nell’alcol.  Ma ora, mentre il veterinario vorrebbe continuare a vivere nella bugia, la vita tutto sommato accettabile che ha costruito con la moglie Donatella, Nives non accetta più di seppellire nel tempo la sua verità.

Il pubblico può ritrovare il piacere di perdersi in una storia avvincente in grado di riabilitare la familiarità del quotidiano, una vicenda che ha dell’incredibile ma che proprio per questo potrebbe avvenire, e di cui di sicuro ognuno desidera conoscere il finale. 

Segui Theatron 2.0

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Bandi  e opportunità

Pubblicità

Ultimi articoli