Nerium Park, intervista al regista Mario Gelardi

Mar 21, 2019

Da giovedì 21 marzo a domenica 24 marzo Nerium Park, ultima produzione del Nuovo Teatro Sanità, sarà in scena allo Spazio Diamante di Roma.

“Nerium Park” è l’opera del catalano Joseph Maria Miró, il titolo richiama l’ambientazione della storia, che si svolge in uno di quei complessi abitativi che sorgono appena fuori città, circondati spesso da alti oleandri. Qui, una giovane coppia, Bruno e Marta, decide di acquistare, con mutuo trentennale, un prestigioso appartamento di nuova costruzione, che appare come un’oasi di felicità immersa tra i nerium, un arbusto con foglie sempreverdi lisce e larghe; produce fiori rosa o bianchi molto abbondanti e aromatici. La coppia è in un momento professionale e personale particolarmente fiorente, in cui tutto sembra procedere al meglio e la novità della casa non può che rafforzare il loro legame. Col passare dei mesi, però, i due si accorgono di essere gli unici abitanti del parco, nascosto all’ombra di quel fiore, che ora non appare più così incantevole, ma quasi ossessivo. Lo spettacolo racconta dodici mesi della vita della coppia, in cui i due non hanno modo di liberarsi di quella casa che nessuno vuole più. Intanto Bruno viene licenziato, il che rende i rapporti della coppia sempre più tesi. A creare una maggiore distanza è l’irruzione di una strana presenza, che alberga nel caseggiato abbandonato, come una sorta di fantasma della coscienza. Lo strano individuo ossessiona la vita di Bruno e Marta, facendo emergere tra loro profonde discrepanze emotive. Così, quella che sembrava una storia d’amore, allietata anche dalla notizia dell’arrivo di un figlio, si trasforma in un crescendo di tensioni e suspense.

Abbiamo intervistato il regista Mario Gelardi:

Come è nata l’idea di portare in scena Josep Maria Mirò e quale evoluzione artistica c’è stata successivamente al vostro incontro?

L’idea nasce proprio dall’incontro tra me e Josep, durante “Write” una residenza internazionale per drammaturghi curata da Tino Caspanello. Quello che ci ha spinto a collaborare è che abbiamo la stessa esigenza di raccontare, la stessa urgenza sui temi da affrontare.

Hai dichiarato di “aver lavorato sull’attesa che la vita cambi, che la persona amata torni a casa, l’attesa di un lavoro e quella di un figlio”. Ritieni che ogni attesa, ogni aspettativa umana possa comportare una condizione di frustrazione?

No, la frustrazione non è inevitabile. Nel caso di Nerium Park, parliamo dell’attesa soprattutto di un cambiamento, in questo caso l’uomo deve essere attivo, ma non sempre trova le forze per farlo. Nerium è anche un invito a prendere in mano la propria vita e a non farsi trasportare dagli eventi.

Quello che perdono Bruno e Marta, nel loro rapporto, è l’intimità dell’amore, la felicità o entrambe le cose? In questo senso, Bruno e Marta possono rappresentare il paradigma delle difficoltà di comunicazione della coppia moderna?

Bruno e Marta hanno tutto per essere felici, ma sarebbe troppo semplice. I due protagonisti prendono due strade diverse, fino a non riconoscersi più, fino a non capirsi più. É una caratteristica, purtroppo, di molti rapporti umani.

Sembra quasi che oggi abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi dall’esterno. Che osservi quello che facciamo. Una sorta di “finestra sul cortile” tecnologica. Senza nessuno che ci guardi sembra quasi che non esistiamo più. È così?

La presenza dell’altro più che materiale è virtuale. Nel caso dei nostri protagonisti non sappiamo se e quando si materializzerà, è questo uno dei motivi di suspance della storia.

Il tema della paura è ricorrente nell’opera drammaturgica di Mirò. In Nerium Park si aggira un personaggio misterioso: chi è il nostro nemico?

La paura dell’altro, dello sconosciuto, la paura del cambiamento, la paura di perdere i beni materiali della propria vita ma anche quelli che pensiamo siano i nostri affetti. Sono temi caratterizzanti della scrittura di Mirò. Il primo nostro nemico, siamo noi stessi, soprattutto quando ci arrendiamo, quando non vogliamo affrontare il cambiamento che spesso è una rivoluzione, anche se intima.

NERIUM PARK
DI JOSEP MARIA MIRÓ
TRADUZIONE DI ANGELO SAVELLI
CON CHIARA BAFFI E ALESSANDRO PALLADINO
MUSICHE TOMMY GRIECO
COSTUMI ALESSANDRA GAUDIOSO
SCENE MICHELE LUBRANO LAVADERA
LUCI ALESSANDRO MESSINA
AIUTO REGIA DAVIDE MERAVIGLIA
FOTO DI SCENA VINCENZO ANTONUCCI
GRAFICA LUCA MERCOGLIANO
ORGANIZZAZIONE ROBERTA DE PASQUALE E CHIARA PASTORE
UFFICIO STAMPA MILENA COZZOLINO E ANTONELLA D’ARCO
REGIA MARIO GELARDI
PRODUZIONE NUOVO TEATRO SANITÀ

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