Capita, a volte, di incontrare creature in grado di dirci qualcosa di noi, di farci scoprire una nuova fibra del nostro essere, di rivelarci qualità e aspetti della nostra persona sopiti e fino a quel momento inimmaginabili.
È quello che accade a Mirko, il giovanissimo protagonista di questa storia.
In una buia caverna, isolata dal mondo, incontra Gio, che da quel mondo è fuggito, dopo aver progettato ad arte la sua sparizione per attirare l’attenzione su di sé e provocare lo sgomento e l’angoscia di familiari e conoscenti che, a suo dire, non lo amano abbastanza.
Grazie a Gio, Mirko contatta il suo sé più profondo e fa una scoperta importante sulla propria affettività e il proprio orientamento sessuale.
Mentre all’esterno Mirko continua ad indossare la maschera di “piccolo uomo” e ad obbedire alla fitta rete di convenzioni sociali che lo vedono subordinato agli ordini di Kevin, piccolo despota di paese, sottoterra, nella buca, in quel luogo del possibile un po’ caverna platonica un po’ tana del Bianconiglio, esprime il vero sé, riversa tutto quello che nella vita-al-di-fuori-rimuove: l’istinto, il sesso, la violenza, ma anche la dolcezza, la fragilità. Tutto quello che l’etichetta del “giovane maschio” non prevede.
Mirko e Gio sono due piccoli antieroi che provano – ciascuno a suo modo – a salvarsi da un modo ormai inaridito. Sono adolescenti, nel bel mezzo di quella terra di nessuno fatta di slanci vitali e inquietudini atroci, dove si comincia a scegliere chi si desidera essere, che tipo di adulto si vuole diventare, dove si prospettano diverse identità possibili e inizia a diventare importante l’elastico teso tra forma e sostanza, tra autenticità e maschera sociale, tra istinto e convenzione.
Nascondino è una favola nera sulla difficoltà di essere sé stessi all’interno di un tessuto sociale dominato dalle logiche della violenza, dalla promozione della paura, dal machismo interiorizzato, dalla mancanza di comunicazione che genera solitudine.

(Tobia Rossi)

Anno di stesura: 2019

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Numero pagine: 77

Numero personaggi: 2

R

Testo già rappresentato: SI

Vincitore del Premio Mario Fratti con Nascondino (2019)

SINOSSI

Gio è un adolescente che vive in un piccolo centro del Nord Italia.
È fermamente convinto che nessuno lo ami: né i genitori, né gli insegnanti, tantomeno i compagni di scuola, che lo deridono di continuo e gli infliggono torture umilianti e violenze crudeli.
Persino il pedofilo del paese sembra non dedicargli alcuna attenzione.
Gio ha pertanto preso una decisione: fuggire da quel mondo così ostile e nascondersi nel suo rifugio segreto, un luogo noto solo a lui, una profonda spelonca nel cuore dell’altopiano boscoso adiacente al paese.
Le ricerche vanno avanti da giorni, ma – data la frastagliata morfologia dell’altopiano – nessuno lo trova.
Fino a che Mirko, un suo compagno di classe, più vicino al gruppetto dei bulli che a lui, non lo scova per caso durante un’escursione.
Gio implora Mirko di preservare il suo segreto, lo rende “complice” del suo piano e gli chiede di tornare a trovarlo per aggiornarlo sulle reazioni del mondo esterno alla sua scomparsa.
Gio ha sempre avuto un debole per Mirko e averlo così vicino è un’occasione unica per dichiarargli i suoi sentimenti. Ben presto la complicità tra i due si trasforma in attrazione reciproca: Mirko scopre una parte tutta nuova di sé, lui la lascia vivere all’interno di quella grotta, che diventa per lui una sorta di nido, di tana protetta in cui esprimere la vera natura.
Ma quando Gio, che finalmente si sente amato, decide di uscire dal nascondiglio e di gridare al mondo il sentimento che li lega, Mirko ha paura che quella parte segreta del suo “io” esca allo scoperto e si trova costretto ad adottare una soluzione estrema perché quella parte istintiva e ai suoi occhi sgradevole di sé rimanga nell’ombra…

Motivazioni per “Nascondino” (2019) – Premio Mario Fratti Award

“Un dramma convincente, ben articolato. Un gioco di forte impatto emotivo con passaggi poetici. L’autore è in grado di costruire un intersecarsi ambiguo di ruoli forti e deboli, tra attrazione e repulsione. Pur in modo originale, rispetto all’argomento, l’opera si presenta come una seria testimonianza dei nostri tempi. La scrittura felice e la trama inquietante lo rendono un testo teatrale che parla a un pubblico senza confini.”

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