Memento, corpi alla ricerca di senso. Cornelia Dance Company apre le danze al Bellini

Ott 23, 2023

Articolo a cura di Annateresa Mirabella

Il Teatro Bellini inaugura la sua stagione di danza con Memento di Cornelia Dance Company. Anche quest’anno il filo rosso che collega le proposte artistiche è una comune spinta all’innovazione .

Lo spazio del Piccolo Bellini ha ospitato un lavoro ispirato al tema senza tempo della ricerca esistenziale. Come suggerito dal titolo, Memento identifica nel ricordo la possibilità di afferrare un senso ultimo: è solo percorrendo a ritroso le strade della memoria che la vita smette di apparire all’individuo come un viaggio solitario e svela la sua essenza universale, fatta di emozioni ed esperienze condivise.

Fondata nel 2019, Cornelia è una compagnia giovane, mossa da una ricerca sperimentale ma che si propone al contempo di attingere dalla tradizione.

La compagnia, ha già all’attivo numerosi progetti – tra cui What’s your nAIM? e Chat. Deep in touch – oltre alla partecipazione a stagioni e festival su scala nazionale e internazionale. Memento, sviluppatosi nel 2022 nel corso di varie residenze artistiche (la prima presso la Compagnia Zappalà Danza, la seconda presso AMAT Marche), è il risultato della visione coreografica di Nyko Piscopo e dell’interpretazione dei danzatori Eleonora Greco, Nicolas Grimaldi Capitello, Leopoldo Guadagno e Francesco Russo

Sin da subito lo spettacolo introduce lo spettatore in un’atmosfera densa di aspettativa: nell’oscurità appaiono le braccia dei quattro danzatori (vestiti di nero, di spalle al pubblico) tese verso il misterioso fascio di luce che li investe dall’alto. Assecondando un ritmo crescente, il loro movimento – dapprima univoco, diventa poi frammentato e frenetico alludendo a un inizio lontano, ancestrale. 

Attraverso un pattern coreografico che guadagna complessità,  creando un gioco di differenze e assonanze  fra le singole interpretazioni, l’individuo si colloca in una cornice sognante, che lo vede protagonista del proprio percorso e osservatore attivo di tutto ciò che accade agli altri.

Elemento cruciale della scenografia, è un totem dalla forma piramidale, scomponibile in quattro pezzi e che diventa supporto indispensabile per i danzatori nel corso della performance. L’oggetto si fa contenitore, rampa e vortice, trasformandosi in metafora di stati d’animo, mentre gli interpreti  gli gravitano intorno, aggrappandosi, allontanandosi  e facendovi ritorno. 

Attraverso questo espediente i corpi si alternano nell’esplorazione dello spazio circostante, si perdono e si ritrovano, imbattendosi anche in ostacoli. I loro movimenti sembrano incarnare diversi modi di esprimersi e stare al mondo, senza interrompere mai la connessione reciproca. Ciò che resta alla fine, nel buio del palcoscenico, è il lume acceso del ricordo, che rischiara i volti immobili dei danzatori, come cristallizzati all’interno del totem, in quella che sembra essere una contemplazione distesa e  catartica, di quanto è appena avvenuto.

L’intento dichiarato del coreografo è di trascinare il pubblico e gli stessi interpreti in «Un viaggio all’interno della propria immaginazione», si ha davvero  le suggestioni che accompagnano Memento restituiscono una dimensione sospesa, complici le luci di Camilla Piccioni e la scenografia di Paola Castrignanò

Le musiche del compositore Arvo Pärt accrescono la tensione veicolata sprigionata dai movimenti, con frammenti polifonici di grande impatto tensivo, che si alternano ad attimi di raccoglimento e silenzio. Il sottile filo che tiene uniti i differenti momenti della performance e i suoi tasselli (si evidenzia, a tal proposito, il contributo del dramaturg Ciro Ciancio) – si dipana con  semplicità, consentendo una naturale immedesimazione.

L’intuizione da cui sembra scaturire Memento è strettamente intrecciata alla natura stessa dell’arte tersicorea, per cui il mezzo espressivo – il corpo del danzatore – giunge per gradi a impossessarsi del movimento, ripetizione dopo ripetizione, attraverso l’esplorazione e la costruzione coreografica.

Il corpo in scena che sperimenta evoluzioni continue in una successione temporale di trasformazioni che abitano lo spazio in cui ogni evoluzione è necessaria e indispensabile alla successiva.

Memento riscopre così la bellezza del «fare», del «custodire», proteggendo, anche se per lo spazio di uno spettacolo,  lo spettatore dalla mera necessità di «arrivare» – istanza che continua ad essere  percepita nella contemporaneità come meta urgente e inesorabile. 

Liberandolo da una concezione solipsistica che sottrae valore alla stessa esistenza, Memento riesce a restituire dignità al tempo e alla ciclicità della vita. 

Per approfondire:

https://corneliadancecompany.com/it/#home

https://www.youtube.com/@cornelia6390

https://teatrobellini.it/gli-spazi/

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