Il teatro postdrammatico di Hans-Thiens Lehmann

Nov 22, 2017

Quante volte vi sarà capitato di guardare un quadro minimalista o un ready-made e dire “ma questo non vuol dire nulla”. Quante volte vi sarà capitato di ascoltare Stockhausen o John Cage e di non capire cosa state ascoltando. Quante volte vi sarà capitato di guardare uno spettacolo “strano”, senza capo né coda, in cui ci sono persone che non sembrano manco degli attori e che sembrano lì, per caso, e fanno cose senza senso: si muovono senza dire una parola, emettono solo dei suoni strani, non ci sono costumi, né quinte, né scenografie, sembra quasi che gli attori o presunti tali si siano visti 5 minuti prima e si siano messi d’accordo in linea generale sul da farsi. Voi guardate tutto questo e direte tra di voi: “ma questo non è teatro!” (O, per meglio dire, questo non è il teatro a cui siete stati abituati)

Si può ancora definire teatro? Che cosa vuol dire performance? Che significato ha questo nuovo modo di fare spettacolo? E soprattutto: perché?

Ecco, se volete delle risposte a queste domande, “Il teatro postdrammatico” di Hans-Thiens Lehmann è quello che fa per voi. È praticamente la summa del “nuovo teatro” del Novecento: non a caso uscito nel 1999, ci permette di fare un viaggio a 360 gradi non solo su quello che è stato il teatro nel Novecento e su quello che sarà il teatro del futuro, attraverso le citazioni e i racconti le maggiori esperienze e spettacoli della nostra epoca, ma facendo anche delle riflessioni profonde sui concetti di teatralità, dramma, spettacolo, rivolte verso il domani in relazione alle nuove possibilità offerte dalla nostra società contemporanea. Da Aristotele a Giorgio Barberio Corsetti, da Brecht a Szondi fino ai fratello Castellucci, passando per Artaud, Müller, Hegel, Wilson, Benjamin: in questo testo troviamo la conclusione di tanti percorsi diversi e diversificati che difficilmente rivedrete uniti in una maniera così logica e coerente.

Perfomance text, teatro-danza, happening, landscape, teatro visuale, teatro epico: in una parola, teatro postdrammatico.

Alla luce di ciò, se siete cultori esperti di teatro, questo testo vi permetterà di riunire le fila di anni e anni di letture e studi che apparentemente non centravano nulla, ma che in effetti sono espressioni dello stesso fenomeno; se invece siete dei neofiti, è come se partisse dalla fine: può essere di difficile lettura e comprensione inizialmente, ma vi darà la possibilità di leggere il nucleo genetico del teatro in relazione all’arte del Novecento, e da lì partire per seguire i diversi fili, e potrete usarlo come bussola per orientarvi nei prossimi approfondimenti. È un libro denso, una sorta di enciclopedia che non deve mancare nella libreria di chi si occupa di teatro.

L’unica nota dolente: nonostante sia uscito nel 1999, trova la sua traduzione in italiano solo adesso (a cura di Sonia Antinori, per la casa editrice Cue Press). Sintomatico forse di un ritardo culturale in Italia sull’argomento, spero che la diffusione di questo testo possa colmare velocemente la distanza accumulata e possa portare a quest’opera l’attenzione culturale e mediatica che le compete.

MAGGIORI INFO > https://www.cuepress.com/catalogo/il-teatro-postdrammatico

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