Con La Sinfonia dei giocattoli, ultima produzione di Teatro dei Colori, prosegue la ricerca della storica compagnia abruzzese tra teatro di figura e arte figurativa.
In questo lavoro è predominante il riferimento a Sonia Terk, donna dalla grande caratura artistica, che seppe battersi per l’uguaglianza di genere nel mondo dell’arte. Una scelta che porta con sé la volontà del Teatro dei Colori di proporre una riflessione sul riconoscimento dei diritti delle donne in ambito personale e professionale, oggi più che mai necessaria, nel confronto con pubblici di tutte le età.
I “Libri neri” di Sonia Terk, importantissimi per ricostruire il percorso di ricerca compiuto dall’artista sui colori, i loro accostamenti e i loro effetti percettivi diventano, per La Sinfonia dei giocattoli, un riadattabile modello compositivo: le storie vengono montate e smontate in scena.
Come sempre accade nelle opere del Teatro dei Colori, oltre alle raffinate tecniche corporee e di manipolazione di Teatro su Nero, nonché alla percezione visiva dello spettacolo, importante spazio è riservato anche alla drammaturgia sonora.
Ne La Sinfonia dei giocattoli, si aggiungono al cast di compagnia anche giovani allieve della scuola del Teatro dei Colori, in linea di continuità con l’azione di trasmissione del sapere teatrale compiuto da diversi anni dalla compagnia.
Ne abbiamo parlato con Valentina Ciaccia, regista in pectore del Teatro dei Colori.
Con La Sinfonia dei giocattoli prosegue la ricerca di Teatro dei Colori tra teatro di figura e arte figurativa. In questo lavoro è predominante il riferimento a Sonia Terk, donna dalla grande caratura artistica, che seppe battersi per l’uguaglianza di genere nel mondo dell’arte. Che valore ha, oggi, assumere una donna come Sonia Terk quale ispirazione per uno spettacolo come il vostro, ideato per essere tout-court e abbracciare le sensibilità di spettatori e spettatrici di ogni età?
Ritengo necessario inserire la narrazione di una genealogia femminile all’interno dei miei spettacoli. In questo periodo si parla molto del femminile nella fiaba, altro tema che abbiamo affrontato spesso (ad esempio nello spettacolo La Cerva Fatata tratta da Il Cunto de Li Cunti di Basile) ma si dimentica che sono esistite artiste, scienziate, filosofe, scrittrici, che nel giro di poche generazioni sono state cancellate o sminuite. Questa dimenticanza di sistema è intollerabile, e diventa particolarmente importante garantire alle bambine e alle ragazze modelli a cui ispirarsi, specialmente nell’ambito creativo. In questo senso Sonia è un modello potente. Un’artista a tutto tondo, che ha saputo unire la più spericolata ricerca e sperimentazione artistica, con la capacità molto concreta, ad esempio, di creare costumi e vestiti d’alta moda.
Ricordata oggi, dai più, solo perché moglie di Robert Delaunay, in realtà la sua identità artistica è ben delineata, significativa, e ritengo inaccettabile si confondano le opere dei due a discapito della parte femminile della coppia. Il fatto, inoltre, che lei abbia integrato anche l’esperienza di madre, all’interno della sua ricerca artistica, è particolarmente interessante, e ci ricorda che le maternità si esprimono sempre in modo sfaccettato, e sono esperienze tanto più significative quando una donna decide di viverle in modo davvero coerente con il proprio essere, senza rinunciare, in questo caso, alla sua parte creativa, di artista, valorizzandola. Trovo commovente che Sonia abbia creato da una coperta patchwork per il figlioletto, la prima base di griglia di assemblaggi di forme e colori, su cui poi ha lavorato per tutta la vita. Per noi la fase creativa è inscindibile dall’incontro con l’infanzia, anche solo con quella che custodiamo dentro di noi.
I “Libri neri” di Sonia Terk, importantissimi per ricostruire il percorso di ricerca compiuto dall’artista sui colori, i loro accostamenti e i loro effetti percettivi, diventano per La Sinfonia dei giocattoli un riadattabile modello compositivo: le storie vengono montate e smontate in scena. Che influenza hanno avuto I “Libri neri” sulla composizione drammaturgica e sull’impianto visivo?
Da sempre disegno i miei storyboard su taccuini di cartoncino nero, trovare i Libri Neri di Sonia è stato come incontrare una vecchia amica. Ma come sai, da sempre ci ispiriamo agli artisti delle avanguardie, dal Bauhaus al Futurismo. L’analisi sulle progressioni percettive del colore, sui pattern visivi legati alla forma, le lunghe elucubrazioni sul timbro e la vibrazione del colore, sono per noi concetti di fondamentale importanza.
Lavoro costruendo e dipingendo gli oggetti dei nostri spettacoli in funzione dell’illuminazione scenica e della chimica del colore. Ragionare soprattutto su questo, ha conferito allo spettacolo una logica drammaturgica assolutamente astratta, che segue solo le dinamiche del gioco, in cui si abdica volutamente ad un arco narrativo lineare, ispirandoci anche a Munari e a Winnicot.
La scena per noi è drammaturgia, e quindi il concetto di giocattolo, di gioco creativo, della manipolazione delle figure, è la base semplice e potente su cui tutto è costruito. Siamo un teatro di figura e immagine contemporanea. Non a caso abbiamo organizzato negli anni mostre della nostra collezione artistica, che è nata ovviamente con le creazioni di mio papà Gabriele Ciaccia.
Possiamo dire che il nostro stile è questo, passare in 2 minuti di spettacolo dall’astrazione totale alla costruzione di scene dal carattere prefigurativo, dal pensiero creativo al pensiero logico, dallo skcetch alla scena di atmosfera fatta di luce e colore, dal mimo a vista all’effetto di totale magia, e di sparizione nel nero.
I bambini, anche piccolissimi, colgono tutto con estrema facilità e totale comprensione, perché parliamo la loro lingua fantastica. Sarà per questo che anche gli adulti ridono e si commuovono e fanno gridolini…Abbiamo il vizio di far ricordare a tutti quanto è bello giocare.
Dalla musica classica fino a quella elettronica: in questo lavoro la componente musicale ha una grande rilevanza, che ruolo ha avuto nel processo creativo?
Ogni mio spettacolo parte da un suono, da una memoria sonora del corpo. Io stessa sono musicista e compongo la coreografia dei movimenti degli animatori esattamente come una danza. In questo spettacolo la Kindersinfonie è venuta a trovarci, e già una partitura che non si sa bene a chi attribuire ci sta particolarmente simpatica. Da qui sono arrivati brani tutti pieni di campanelli, raganelle, e poi suoni di sintetizzatori modulari, musica 8bit, fino all’elettronica tedesca e francese. Sarà che ho voluto giocare soprattutto con i brani della mia infanzia, e da bambina ascoltavo questo… quando si dice l’importanza dell’ambiente e degli stimoli percettivi.
Lo ammetto, niente mi gasa di più che sentire la gioia dei bambini entusiasti, che ad un certo punto devono assolutamente trasmettere il coinvolgimento anche fisico che questo tipo di spettacoli crea. Il fatto che ci siano poche o zero parole aiuta, tanto le parole che si ascoltano, dopo un po’, sono le loro, e sono sempre quelle giuste.
Noi sul praticabile ridiamo come matti nell’ascoltare i loro commenti partecipati e pieni di emozione.
Una volta un’amica mi ha detto che creo piccoli rave, aveva ragione, spesso ci sono brani che è normale ascoltare in un festival di musica elettronica, ed è troppo divertente lo stupore dei docenti, e la gioia del pubblico infantile.
In questo spettacolo, oltre ai mimi e manipolatori del cast del Teatro dei Colori, sono coinvolte anche giovani allieve. La vostra compagnia si impegna da sempre nel tramandare la propria arte teatrale alle generazioni più giovani. Che tipo di apporto dà alla creazione la presenza di artiste in formazione?
La scuola del Teatro dei Colori è multifocale, la nostra formazione abbraccia competenze fisiche, vocali e drammaturgiche. Cerchiamo di fornire ai nostri allievi una base molto ampia, che permetta loro di incontrare tante altre tecniche e tradizioni, ma soprattutto chi entra in compagnia sa che non smetterà mai di studiare e di formarsi. Lo chiamiamo il modello dell’Attore, dell’Attrice Culturale.
Avere in compagnia per la prima volta una delle bimbe del nostro festival “Fiabe al Parco” – la ricordo con le treccine – è stato emozionante, conservo esattamente il frame del suo viso alla fine di uno spettacolo, quando mi ha detto di voler fare quello che facevo io. Qualche giorno fa mi ha raccontato che una bimba incontrata alla fine di uno spettacolo le ha detto la stessa cosa. Ma la cosa più bella è che dopo essersi diplomata in accademia, lo scorso anno, ha portato con sé un altro paio di matti, e mi ha praticamente obbligata a scritturarli, aveva ragione lei, sono eccezionali.
Avere la certezza che il sapere si tramanda è il sale del lavoro teatrale, che si rinnova nei corpi, nei sogni, nei desideri dei giovani, e mantiene giovani tutti gli altri, compresi gli animatori con più esperienza. L’insegnamento è la prova che si sa padroneggiare davvero qualcosa, ed ascoltare anche altri insegnare, con le mie parole, con le parole che io ho ascoltato da mio padre e dalle altre generazioni della compagnia, è magico, è un incantesimo di lunga vita. E poi, i nostri laboratori fisici sono conosciuti per essere belli tosti! Ma è da questa gioia del lavoro che nascono progetti incredibili, siamo già al lavoro sul prossimo!
La Sinfonia dei giocattoli ha debuttato alla fine del 2023. Qual è stata la risposta del pubblico e quali sono i prossimi appuntamenti?
Lo spettacolo ha avuto un tempo lungo di studio preliminare, e sono felice del fatto che sia davvero adatto a tutte le età e a tutte le sensibilità. Le prime repliche dedicate al nostro pubblico di casa, sono state organizzate mescolando volutamente i cicli scolastici, ma anche il pubblico adulto. La costruzione drammaturgica è pensata per avere vari livelli di lettura e di fruizione, concedendo concetti e significati anche agli adulti, senza creare sottotesti incomprensibili per i bambini. Lo spettacolo è programmato in tutta Italia, in teatri piccoli e grandi. I prossimi appuntamenti dopo l’Abruzzo, la Toscana e il Friuli sono in Campania, Emilia, Veneto, Puglia… la nostra tournée come sempre tocca tutta l’Italia, sui nostri canali ci sono man mano tutte le date aggiornate.
Ci tengo in particolare a ringraziare le Giravolte di Lecce che ci hanno voluti come spettacolo conclusivo per la manifestazione annuale di Unima per la Giornata Mondiale della Marionetta nel mese di marzo. Oltre a La Sinfonia dei Giocattoli ci trovate in giro con i nostri cavalli di battaglia: Storie di Kirikù, Carnàval, La Cerva Fatata e con tante altre novità anche nella prosa e ricerca.
Scopri la tournée de La Sinfonia dei Giocattoli > https://www.facebook.com/teatro.deicolori
La Sinfonia dei Giocattoli
Gioco Simultaneo per Sonia Terk Delaunay
ed ispirato alle opere di Man Ray, Victor Vasarely, Joseph Albers
Drammaturgia Visiva, Regia Mimica, Coordinamento Musicale,
Drammaturgia scenica e testuale Valentina Ciaccia
Una produzione Teatro dei Colori
Spazio Scenico Gabriele e Valentina Ciaccia con Valentina Franciosi
Produzione Gabriella Montuori
Luci e suono Boris Granieri
Con gli animatori e mimi Valentina Franciosi Andrea Tufo
e le giovani allieve Raffella Alfidi Elsa Gaelle Pochini
Da una tecnica del Teatro Nero di Gabriele Ciaccia
Sulla partitura La Sinfonia dei Giocattoli di Haydn – Mozart
e sulle partiture di Erik Satie e le musiche elettroniche di Brian Eno, Nick Cave e Warren Ellis, Ruby My Dear, Tangerine Dream.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.