La fame è il primo testo che ho scritto. Ero ancora in Accademia, ma non l’ho fatto leggere a nessuno – né insegnanti né amici. Appuntavo dialoghi, scene e immagini su fogli sgualciti e sparsi; quando finalmente ho preso coraggio e mi sono messo a scrivere davvero, l’ho finito in tre giorni. È stata una sorta di sessione di scrittura continua, intervallata da poche ore di sonno – oggi non reggerei un ritmo del genere, ma forse è giusto che il primo testo nasca da un atto di incoscienza.
Quando scrivo c’è sempre una trama; non voglio farne a meno. Al tempo stesso, però, gli eventi mi interessano poco; la mia attenzione è soprattutto sui momenti morti, sui pensieri dei personaggi, sul loro modo di parlare, sulle sensazioni che provano. Per me scrivere ha a che fare, più che con lo storytelling, con l’idea di portare qualcuno dentro un mondo.
Anche se il testo è nato dall’immagine – ai miei occhi misteriosamente magnetica – di una ragazza che inghiotte una blatta, credo che La fame più che di una donna che mangia insetti parli soprattutto di una comunità che espelle un suo membro “deviante”. Ho sempre percepito una violenza sotterranea nella socialità, nel modo in cui proiettiamo sugli altri il nostro immaginario e le nostre aspettative; e mi spaventa la velocità con cui la collettività può distruggere una persona.
Scrivendo ho cercato una lingua nitida, il più possibile asciutta e ritmica; pensavo, e in parte penso ancora, che il fascino di un testo teatrale stia soprattutto in ciò che non viene detto – nei vuoti tra una battuta e l’altra, nei respiri.

Anno di stesura: 2020

i

Numero pagine: 40

Numero personaggi: 6 (per 5 attori)

R

Testo già rappresentato: NO

Finalista all’edizione 2019 del Premio Hystrio Scritture di scena, dove vince la segnalazione Beyond Borders?

SINOSSI

Maria si annoia. La vita trascorre uguale, scandita dalle visite a una madre sola, da un lavoro da commessa in un piccolo negozio, dal sesso senza romanticismo col fidanzato. Un giorno Laura, la sua coinquilina, la vede chinata a terra e si convince che la ragazza stia mangiando uno scarafaggio. Ha ragione? O è stato un istante di confusione, un errore? Non importa. Dal momento in cui la diceria si diffonde il legame tra Maria e le persone che ha attorno si infrange; la ragazza si ritrova totalmente sola, e in breve tempo scivolerà verso l’autodistruzione.

Finalista all’edizione 2019 del Premio Hystrio Scritture di scena, dove vince la segnalazione Beyond Borders? con La fame.

In collaborazione con Fabulamundi Playwriting Europe la giuria ha poi attribuito la segnalazione Beyond Borders?, a La fame di Francesco Toscani, un testo in grado di far dialogare identità autonome di solitudine nello spazio rarefatto e impervio dell’assenza. Con una scrittura agile ed efficace che affonda la lama nelle dinamiche relazionali fallaci, portandone a galla ipocrisie, debolezze e una certa incapacità naturale a vivere, che è il vero confine fra i personaggi.

(Dal verbale di giuria dell’edizione 2019 del Premio Hystrio Scritture di Scena)

RICHIEDI IL TESTO INTEGRALE

Compila il form per ricevere gratuitamente il testo integrale.
Lo invieremo alla tua mail il prima possibile!

Vuoi ricevere il testo integrale di "La fame" di Francesco Toscani?

9 + 12 =