Il Festival internazionale di danza contemporanea Fuori Programma giunge alla VIII edizione

Giu 13, 2023

Torna dal 19 giugno al 7 luglio Fuori Programma, il festival internazionale di danza contemporanea della Capitale con la direzione artistica di Valentina Marini, giunto alla sua VIII edizione. Prodotto da E.D.A, sostenuto dal Ministero della Cultura e con il contributo dell’Ambasciata di Israele in Italia e realizzato in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biblioteca Quarticciolo e Direzione Musei Statali della città di Roma, tre settimane di spettacoli, incontri con gli autori, residenze, workshop e progetti speciali fra il Teatro India, Castel Sant’Angelo, il Teatro Biblioteca Quarticciolo e il Parco Tor Tre Teste.

Da Jacopo Godani che apre le cerimonie al progetto speciale site specific di Silvia Gribaudi che chiude il festival; dalla folta presenza di produzioni israeliane con le creazioni di Ophir Kunesch, Lior Tavori, Olivia Court Mesa e Andrea Costanzo Martini agli sguardi di coreografi e danzatori provenienti da diverse parti del mondo come l’australiano di base in Francia Thomas Alfred Bradley, Elìas Aguirre e il collettivo Qabalum dalla Spagna e l’artista di origini bulgare Krassen Krastev che arriva al Festival con una produzione svizzera. E poi gli italiani Francesco Marilungo, Salvo Lombardo, mk e Daniele Ninarello con una creazione che coinvolge la pluripremiata indie-rocker Cristina Donà e il Premio Tenco Saverio Lanza,  l’italo-giapponese Masako Matsushita.

Artisti nazionali e internazionali, autori dalla solida carriera e le nuove scoperte del panorama coreutico sono dunque le voci plurali che danno corpo e senso al tema e titolo di questa edizione 2023: Unisono. A più voci.

Un titolo che trova la propria forza nella melodia finale come risultato di una pluralità di differenze. “Ecco allora che al termine ‘unisono’, aggiungiamo ‘a più voci’ una pluralità che supera di gran lunga la somma delle parti e trova nella radicalità del singolo la forza del totale. Non dunque suoni di uguale altezza a formare una melodia, ma un intreccio di timbri diversi a formare un cammino comune, anche al costo di tradire un’armonia” come afferma la direttrice artistica Valentina Marini, che aggiunge: “del resto la voce, prima ancora fenomeno acustico è un evento corporeo. Metaforicamente ‘prendere voce’ si traduce con il prendere posizione, boicottare il silenziamento. Prenderla collettivamente significa per noi far vibrare l’ecosistema che ci accoglie e di cui siamo cellule.”

La pluralità di voci è quella di artisti che lavorano su formati eterogenei e linguaggi differenti per disegnare una mappa mobile della danza contemporanea; è quella dei luoghi attraversati da un festival che promuove la creazione di progetti outdoor per riabitare in modo immersivo ambienti inconsueti, per coinvolgere diversi contesti urbani di Roma facendoli (ri)scoprire alla cittadinanza, in un processo dinamico di mobilità tra luoghi e punti di vista diversi. Ma la pluralità di voci è anche quella dei diversi progetti in programma oltre agli spettacoli, come i percorsi di scrittura giornalistica o i workshop pensati per decolonizzare l’immaginario della danza e per sperimentare la materia vibrante della vocalità; e, infine, quella del sistema di alleanze con altre istituzioni culturali che ogni anno il festival mette in campo per rendere più sostenibile la progettazione e abbattere le logiche competitive fra le varie realtà.

PROGRAMMA

La programmazione degli spettacoli della VIII edizione del festival Fuori Programma prende il via il 20 giugno con uno dei più importanti autori italiani in ambito internazionale, già al fianco di un artista del calibro di William Forsythe, il coreografo e danzatore Jacopo Godani che presenta in Prima Nazionale all’Arena del Teatro India Symptoms of Development, la sua nuova produzione per la Dresden Frankfurt Dance Company. Lo spettacolo, con un forte taglio umoristico-satirico, mette in scena una sorta di laboratorio scientifico in cui analizzare le origini e le connessioni di ogni movimento ed esplorare le potenzialità del corpo. La stessa Arena del Teatro India ospita il giorno seguente 21 giugno uno dei protagonisti della nuova scena coreutica, Daniele Ninarello, che, insieme all’artista visivo, autore e produttore musicale nonché Premio Tenco Saverio Lanza, e a Cristina Donà, punto di riferimento della scena rock indipendente e del nuovo cantautorato, presenta al pubblico del festival L’Universo nella testa: un progetto che, attraverso la commistione di linguaggi performativi, indaga la forza di gravita della danza e il continuo oscillare fra l’infinito cosmico e l’essere umano, in perfetto equilibrio fra registro intimo e emotività catartica del rock.

Programma doppio invece quello del 22 giugno: la sala A del Teatro India ospita Breathing Room di Salvo Lombardo, una performance che, dalla sua nascita, si rinnova di volta in volta attraverso l’invito rivolto a un artista diverso e che per Fuori Programma prevede il coinvolgimento di Marta Ciappina. Al centro di Breathing Room c’è il respiro come atto poetico, scintilla da cui nasce una performance determinata in tempo reale, senza prove, né anteprime, né repliche. Attraverso il respiro, i due artisti trasformano l’ambiente in perimetro relazionale, spazio di complicità in cui scardinare i principi di autorità e di potere individuale che sottendono il sistema produttivo dell’arte e, al tempo stesso, attivare l’attitudine all’ascolto e alla cura reciproca. Sull’orizzonte relazionale si muove anche Mood Shifters, coreografia firmata da Andrea Costanzo Martini in scena all’Arena, prima delle tante produzioni israeliane ospitate al Festival: partendo dal concetto di mimica emotiva, strumento attraverso cui scopriamo l’altro da noi, i tre performer in scena intraprendo un viaggio alla ricerca dell’intimità, dell’amore e, soprattutto, del riconoscimento.

Le produzioni targate Israele danno forma anche al programma del 23 giugno con le due performance consecutive all’Arena del Teatro India. Si parte con una Prima Assoluta, Arba, restituzione della residenza a Fuori Programma del coreografo emergente Ophir Kunesch, in collaborazione con il Suzanne Dellal Center di Tel Aviv; si prosegue con Mars di Lior Tavori, coreografo e direttore artistico della Lior Tavori Dance Company, una coreografia  intima per quattro danzatori che vuole riflettere sul tema della mascolinità sulle note di artisti iconici come i Queen, Carsten Nicolai e molti altri.

Il 30 giugno Fuori Programma si sposta al Teatro Biblioteca Quarticciolo per la restituzione della seconda residenza prevista dal Festival. Si tratta di Stuporosa, performance di Francesco Marilungo, artista di Körper, che ispirata dal pensiero di Ernesto De Martino, porta avanti una ricerca sul pianto rituale, sulla figura della lamentatrice e sull’importanza del rito funebre per dare senso alla morte.

Imperdibile il programma del 2 luglio quando il Festival, grazie alla collaborazione con la Direzione Musei Statali della Città di Roma, abiterà e attraverserà i meravigliosi spazi del Mausoleo di Adriano, noto ai più come Castel Sant’Angelo, dove per tutto il pomeriggio fino alla sera si avvicenderanno le creazioni dell’artista multidisciplinare australiano Thomas Alfred Bradley e di mk, il gruppo guidato dal Leone d’Argento alla Biennale Danza Michele Di Stefano. Characters di Bradley è una serie di quattro performance site specific, presentate in Prima Assoluta, che, utilizzando la pratica giapponese del Butoh, si concentrano sulla relazione fra corpo del performer, costume, spazio e immaginario. Da un punto panoramico di Castel Sant’Angelo si affaccerà il pubblico pronto a fare esperienza di Veduta >Roma di mk – anche questa una Prima Nazionale –, un vero e proprio teorema sul paesaggio, costruito con una forte impronta cinematografica per ridisegnarne la prospettiva dello scenario urbano, trasformando la realtà in un luogo dalle coordinate immaginarie, che galleggia tra il presente e il possibile. Grazie anche alla traccia sonora che il pubblico ascolterà in cuffia per connettere idealmente spazi lontani e spazi vicini, la creazione di mk dimostra come la danza possa essere letteralmente un punto di vista sul mondo.

Tutto il secondo blocco di Fuori Programma 2023, dal 3 al 7 luglio, investe poi il Parco Tor Tre Teste nella periferia sud-est della Capitale. Il 3 luglio l’artista italo-giapponese Masako Matsushita presenta Vibes#3, un pezzo che è parte del più ampio progetto Vibes, performance audio-coreografica che permette ai partecipanti di incontrarsi e condividere attimi di danza nello spazio pubblico, muniti di cuffie e di un’applicazione per smartphone. Subito dopo al Parco le vibrazioni aumenteranno fino a esplodere con I carry, you hold, performance in Prima Nazionale di contact improvisation dalla notevole forza espressiva firmata dalla coreografa cileno-israeliana Olivia Court Mesa. Il giorno seguente, 4 luglio, il Parco ospita ancora due creazioni, due produzioni spagnole: si tratta di La medida que nos ha de dividir, in Prima Nazionale, una partitura coreografica incentrata sull’affetto, lo scorrere del tempo e le pulsioni umane ad opera del collettivo Qabalum; e di Pez Esfinge del coreografo e artista visivo Elìas Aguirre, un lavoro di ricerca sul microcosmo sottomarino, sui dettagli che passano inosservati, sugli spazi che apparentemente rimangono immobili, come metafora dell’inconscio e della natura più profonda dell’essere umano.

Il 6 e 7 luglio, sempre al Parco Tor Tre Teste, il festival tocca uno dei suoi momenti più alti con la coreografa e danzatrice pluripremiata e osannata dalla critica Silvia Gribaudi, autrice di un progetto speciale site specific appositamente realizzato per Fuori Programma 2023. Ospitata in residenza nei dieci giorni precedenti, Silvia Gribaudi va al cuore del tema di questa ottava edizione con Unison, un lavoro che nasce da alcune domande precise: come creare un unisono? come dare voce alla libertà del corpo? come creare un movimento collettivo senza imporre strutture gerarchiche ma azioni coreografiche in cui la persona si senta libera? Il risultato è un dispositivo performativo che genera un’azione corale, dando voce e spazio all’identità della persona in relazione all’io collettivo. A completare il quadro, negli stessi due giorni, in programma anche On /Opus III dell’artista di origini bulgare Krassen Krastev, una coreografia in Prima Nazionale che è una vera e propria ipnotica scultura umana: fra il movimento perpetuo dei Dervisci Rotanti e una reinterpretazione della pole dance, tre corpi sospesi in aria sfidano la gravità e invitano il pubblico a prendersi una pausa contemplativa per riflettere sul mondo, lasciando fluttuare la mente e il corpo in uno stato estatico.

A completare il quadro del festival – oltre alle residenze artistiche – il laboratorio Le classique c’est chic a cura di Anna Basti, l’atelier coreografico di Irene Russolillo dal titolo Materia continua, il workshop di visione e scrittura giornalistica Lo sguardo performativo a cura di Teatro e Critica, l’incontro/tavola rotonda Arti performative e culture del contemporaneo / Co-progettazione e programmazione in Rete e il ciclo di Esplorazioni Urbane nei luoghi limitrofi a quelli che ospitano gli spettacoli, in collaborazione con le associazioni del territorio e, infine, la tappa di selezione del Premio Prospettiva Danza Teatro.

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