Hikikomori è il nome che si dà in Giappone al fenomeno sempre più diffuso degli adolescenti che smettono di andare a scuola e si autorecludono nelle loro stanze, prigionieri volontari di una vita senza amici e senza contatti umani. E proprio all’Hikikomori che purtroppo comincia a mietere vittime anche in Italia, con 100 mila ragazzi che hanno smesso di avere rapporti con il mondo esterno, è dedicato uno spettacolo che andrà in scena dal 13 al 18 dicembre a Roma al Teatro dell’Orologio, primo capitolo di una trilogia sul Giappone contemporaneo. Scritto da Katia Ippaso e Marco Andreoli con la regia di Arturo Armone Caruso (la produzione è di Ariel Produzioni in collaborazione con Officinema) Hikikomori, rivisitazione contemporanea delle Metamorfosi di Kafka, è un dramma a porte chiuse che racconta la pressione della società e il disagio a volte estremo dei figli.
Protagonista un adolescente problematico che vive con dolore il sistema autoritario e repressivo messo in piedi dal padre. La madre è l’unica persona che entra in contatto con lui, anche se il loro rapporto è un continuo combattimento in cui si alternano momenti di violenza ad altri di abbandono radioso. Il nonno, infine, è un fantasma che viene a far visita al figlio. In quella stanza, tanti anni fa, anche lui fu rinchiuso… Con Luisa Marzotto, Aldo De Martino e Giulio Pranno. E con la voce di Roberto Latini. Le scene sono di Fabio Vitale, i costumi di Roberto Conforti
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