Dopo il successo della prima edizione il Gruppo della Creta presenta il secondo capitolo del Festival Labirinto. La kermesse si svolgera dal 15 al 28 maggio al Teatro Studio Uno di Torpignattara (Roma). Come nella prima edizione lo spettatore potrà orientarsi tra diverse forme artistiche: il teatro, la video arte e l’arte visiva. Le novità di quest’anno saranno l’inserimento della drammaturgia, di eventi musicali, di una serie di incontri culturali, cinematografici e una performance che sfrutti l’ambiente urbano circostante al teatro.
IL FESTIVAL SECONDO IL GRUPPO DELLA CRETA:
Abbiamo concepito Labirinto nel 2016 , spinti dal desiderio di trovare un luogo dove cultura e creatività possano esistere senza giudizio. Per questo, il Festival è un’intersezione culturale dove poter incontrare artisti provenienti dalle discipline e dai contesti più vari, un porto franco dove esibire e condividere le proprie creazioni. Questa idea si concretizza nell’immagine di un labirinto: un luogo dove perdersi, di cui non si conosce né l’entrata né l’uscita e in cui si cerca disperatamente il centro, luogo probabilmente irraggiungibile se non addirittura inesistente. Nel binomio tra cercare l’uscita e raggiungere il centro si sono delineate la nostra poetica e le nostre scelte artistiche. Infatti, se da una parte le diverse arti o i diversi stili artistici rappresentano gli infiniti percorsi che si possono intraprendere all’interno del labirinto, dall’altra il tema del festival, ogni anno diverso, rappresenta quel centro cercato invano. La consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere il centro è fulcro del nostro progetto. Tale consapevolezza ci permette di fuggire dal giudizio e dall’illusione di trovare una risposta definitiva. Siamo convinti che la perdita dell’orientamento sia fondante e fondamento della nostra contemporaneità. Non combattiamo lo straniamento con risposte e grandi verità, ma lo affrontiamo nella ricerca: non ricerca fine a se stessa e alienante, ma ricerca vera perché concreta e tangibile per lo spettatore, formata da spettacoli, installazioni e performance che lo accompagnano nella sua perdita di senso.
In poche parole, il filo d’Arianna a noi non interessa! Questo elemento instabile, non fissato, la voglia di fuggire da verità rivelate e incontestabili è parte fondante della poetica del Gruppo, che ha fatto della caratteristica malleabilità e mutevolezza della creta la reificazione della sua espressione artistica, sia nella recitazione che nella regia, sia nelle scelte organizzative che di produzione. ( È possibile supportare il progetto contribuendo alla CAMPAGNA CROWDFUNDING)
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NOI GIOVANI DEL FUTURO:
Per la seconda edizione del festival, abbiamo scelto un tema, una chiave di innesco, un polo magnetico verso il quale orientare la nostra ricerca. Noi giovani del futuro è una condizione, la presa di coscienza di un dato di fatto, il contesto in cui si ergono le mura del nostro labirinto.
Sono doverose due precisazioni. La prima: “giovani” non è una condizione anagrafica. Con il termine “giovani” indichiamo tutti gli individui che stanno vivendo questo determinato momento storico. Le prove evidenti si celano, ben in mostra, nella realtà del quotidiano: i dispositivi elettronici sono sempre più piccoli ed accurati, le soluzioni tascabili e a portata di clic, ogni apparecchio è raramente monofunzionale. La “giovinezza” di cui parliamo è di tipo esperienziale. Noi tutti vediamo continuamente il presente raggiungere la propria idea di futuro, di innovazione in innovazione. In questo continuo slancio da una stabilità provvisoria verso la prossima, la giovinezza di cui parliamo diventa condizione storica. Una sorta di basso medioevo, un primo romanticismo, una sorta di post modernismo in nuce. Più semplicemente: giovani del futuro. Seconda precisazione: la nostra idea di futuro.
Il futuro è ciò che sta davanti a noi, ciò che non è ancora accaduto. Oggi la realtà sembra soffocarci di accadimenti: viviamo rincorrendoci su un piano inclinato dove non è possibile trovare stabilità economica, sociale o affettiva, perché erosi da un
insaziabile consumo del nuovo che costringe il soggetto alla consapevolezza di non “essere in tempo”. L’ambito socio-economico condiziona quello esistenziale. Questa non vuole essere una critica, ma una constatazione. Viviamo in una realtà fantascientifica, eternamente inappagata dal presente che continua a superarsi. Noi giovani del futuro vuole essere la bussola che aiuta artisti e spettatori a orientarsi nel labirinto. Non tematica castrante, ma terreno fertile dove coltivare. Le opere che
saranno presentate sono dunque create da quegli stessi giovani del futuro e di loro dovranno parlare.
È come dire: vediamo che sanno fare questi ragazzi fantascientifici?
Troppo facile concludere così. Ci deve essere dell’altro. Questo “altro” potrebbe essere il desiderio di smuovere la nostra generazione ad accettare che il futuro non deve arrivare, ma è già qui. Non aspettiamo la scoperta di una nuova America che cambi la nostra realtà. Internet è già stato inventato da un pezzo.
IL GRUPPO DELLA CRETA:
Il Gruppo della Creta è composto da giovani attori uniti per costruire un teatro collaborativo dove le abilità di ognuno possano sostenere il lavoro di tutti. Fuori dagli schemi del teatro ufficiale, più vicini alla cooperativa e al teatro indipendente, i membri del Gruppo credono in un teatro di ricerca che si basa sul lavoro di palcoscenico e sulla ricerca di nuovi format e modalità per creare un dialogo diretto con il pubblico. Il nome del gruppo si ispira ad un esercizio che Vittorio Gassman faceva fare ai suoi
allievi con la creta e alle doti di questo materiale malleabile che, se bagnato, può cambiare forma, trasformandosi e trasformandosi ancora, finché, cotto, non manterrà la sua forma immutabile. Così i giovani attori si rifanno a questa immagine per l’idea del proprio teatro, ancora da scoprire, da modellare e da fare e disfare senza mai cristallizzarsi in una forma convenzionale. Componenti: Jacopo Cinque, Cristiano Demurtas, Alessandro Di Murro, Alessio Esposito, Pamela Massi, Giulia Modica, Laura Pannia, Lida Ricci, Bruna Sdao.

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