EMOTION APP: realtà aumentata per la democratizzazione della danza contemporanea. Intervista a Francesca La Cava

Mag 27, 2025

In un’epoca in cui la tecnologia attraversa ogni ambito della nostra vita, anche la danza contemporanea trova nuove strade per raccontarsi, aprirsi e coinvolgere. Emotion APP, ideata dal Gruppo e-Motion, è un’applicazione che coniuga realtà aumentata, didattica del movimento e ricerca coreutica, proponendo un approccio inedito e accessibile all’esperienza del corpo in movimento. Non si tratta di una semplice app, ma di un vero e proprio strumento artistico, educativo e sensoriale.

Abbiamo intervistato Francesca La Cava, coreografa e ideatrice del progetto, per scoprire come nasce Emotion APP, come si articola il lavoro sui contenuti, e in che modo l’AR può amplificare l’espressività e la comprensione del linguaggio della danza.

Da dove nasce l’idea di utilizzare la realtà aumentata per avvicinare il pubblico alla danza contemporanea?

L’idea nasce dal contesto digitale in cui viviamo, dalla presenza pervasiva della tecnologia nella nostra quotidianità e dalla possibilità concreta di accedere a un finanziamento (il progetto è sostenuto dall’Unione Europea – Next Generation – Ministero della Cultura).
Da tempo sentivo il desiderio di lasciare una testimonianza della mia ricerca nell’ambito delle pratiche performative e coreutiche. Ho scelto la realtà aumentata perché permette di arricchire l’ambiente reale con una nuova esperienza visiva e sensoriale, a differenza della realtà virtuale che tende a sostituirlo. Trovo stimolante l’idea che ognuno possa visualizzare differenti partiture fisiche in luoghi differenti, a propria scelta.
Una volta deciso di usare l’AR, ho riflettuto sul formato da dare ai contenuti: inserire semplicemente i video degli spettacoli non avrebbe consentito una visione tridimensionale utile all’osservazione dettagliata del corpo in movimento. Ho quindi accolto la proposta della società Sjm Tech S.r.l., partner del progetto, di utilizzare la Motion Capture (Mocap) per registrare i movimenti di una danzatrice e creare il suo avatar.
Ho coinvolto nel processo due artiste e socie dell’associazione, Maria Borgese e Stefania Bucci: insieme abbiamo selezionato il materiale da registrare e realizzato una guida per ciascuna consegna di movimento. Abbiamo arricchito i contenuti con testi, traduzioni e spiegazioni, per garantire un’esperienza davvero accessibile a chiunque.

Come ha influito la vostra esperienza coreutica e di ricerca sul movimento nella progettazione dei contenuti AR

Il progetto parte da un’analisi approfondita della pratica di movimento che utilizzo quotidianamente nella mia ricerca coreografica e nell’insegnamento della danza contemporanea. Il mio riscaldamento (Warm up) si fonda sulla ripetizione di azioni corporee nello spazio che, grazie alla reiterazione, si trasformano in partiture fisiche. Nascono dalla necessità del corpo di riconoscere la verità del suo agire.
Dopo aver creato una mappa ampia di azioni, abbiamo selezionato ciò che ritenevamo essenziale trasmettere attraverso l’app. Il supporto scelto è stato quello di 12 carte stampate, ciascuna con una grafica che anticipa i contenuti.
Il budget ci ha imposto un vincolo: otto carte dovevano contenere cinque azioni ciascuna, e quattro carte una partitura fisica ciascuna. Ma i limiti sono stati utili: ci hanno aiutato a focalizzare meglio la ricerca.
Il materiale condiviso nell’app è frutto del desiderio di permettere a chiunque di partire dalle azioni quotidiane e dal naturale “fare” del corpo per trasformarle in danza.

Come sono stati selezionati i dodici temi delle carte? Qual è stato il criterio guida nella loro definizione?

Il criterio principale è stato includere nell’app alcune delle azioni corporee più semplici e quotidiane. Abbiamo adottato come approccio il concetto di semplessità, mutuato dalla biologia, che descrive la capacità degli esseri viventi di adattarsi alla complessità semplificandola.
Pensiamo che l’apprendimento della danza possa avvenire tramite strategie semplici, istintive e individuali, capaci di aiutare ognuno ad affrontare la complessità del movimento a partire dalle proprie abilità.
Seguendo questa direzione, la ricerca ha prodotto molto materiale che poi abbiamo selezionato e sintetizzato, conservando solo ciò che riteniamo fondamentale: l’osservazione degli animali e delle loro azioni fisiche; il flusso del movimento e la scrittura nello spazio; le azioni primarie del nostro corpo; la relazione con lo spazio che ci circonda; il gioco e la centralità dei sensi – tatto, vista, olfatto, gusto, udito.

Che tipo di contenuti si trovano nella piattaforma digitale? È pensata per un pubblico generalista o per chi ha già una base nella danza?

L’app è pensata per tutti. L’intento è far vivere la danza come linguaggio naturale, accessibile, che appartiene a ogni essere umano. Questo è il nostro obiettivo.
Vogliamo che le persone possano usare il linguaggio del corpo con più libertà, oppure – nel caso di professionisti – che possano cambiare prospettiva rispetto al proprio modo di agire.
Conoscere a fondo le possibilità del proprio corpo significa riscoprire e reimparare ciò che già ci appartiene. Il corpo è un archivio di memorie: accedervi ci permette di raccontarci, di continuare il nostro percorso di ricerca, trasformazione e crescita personale.

Maggiori informazioni: https://gruppoemotion.app/

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