FEDRO: […] Ma dimmi, per Zeus: tu, Socrate, sei convinto che questo racconto sia vero?
Edera nasce da un incontro che la me quattordicenne fece con una ragazza della stessa età nella sala d’attesa dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Da allora è stata un racconto in un diario, la bozza di romanzo e, alla fine, un testo teatrale. Se è vero che ogni lavoro di chi prova a fare dell’arte è mosso da un numero limitato di ossessioni, in Edera si trova quella che ad ora è stata ed è la mia ossessione principale: il legame tra linguaggio, narrazioni e politica. Credo che il linguaggio sia performativo, che crei, cioè, ciò che enuncia. Il significante non viene prima del significato: vengono insieme, e questa unione ha valore politico. Il linguaggio determina quali vite sono considerate normali (perché conformi alla norma) e quali no. Qual è la libertà, quindi, quando si è oscenә, cioè fuori dalla scena? Edera nasce dal bisogno di raccontare la rabbia e la sensazione di ingiustizia e di soffocamento che uniscono due donne che vengono da mondi diversi e si incontrano per caso in un momento liminale delle proprie vite. Ad accomunarle è soprattutto il fatto che la loro biografia è oggetto di uno sguardo che non include la loro libertà di scelta, all’interno del quale lottano disperatamente per sopravvivere, per farsi soggetto della propria storia, per recuperare la propria voce; per, semplicemente, esistere, in pace.
(Giulia Trivero)
Anno di stesura: 2020
Numero pagine: 27
Numero personaggi: 17
Testo già rappresentato: SI
Segnalazione InScena! Italian Theater Festival NY 2021
Premio Hystrio Scritture di Scena 2021
Vincitore del Premio NDN (Network Drammaturgia Nuova) 2016
SINOSSI
Edera ruota attorno a un fatto di cronaca: il suicidio di una giovane ragazza, Arifa Malik, che, una fredda mattina di settembre, si schianta ai 100 km/h con la vecchia panda grigia di famiglia. Il corpo di Arifa non viene mai ritrovato. Sono le voci di chi la ha conosciuta, o crede di averla conosciuta, a ricostruire la vicenda: il poliziotto che ha assistito allo schianto durante la ronda mattutina, la vicina buonista, ә compagnә di classe, la famiglia, il fidanzato. Tra le grida di chi si appropria della storia di Arifa (in piazza Pincopanco e Pancopinco imbracciano il megafono per renderla simbolo della propria lotta), lettere minatorie, stanze d’ospedale che nascondono segreti, ai margini dell’indagine sulle ragioni che hanno portato la giovane a scegliere di scomparire, si distingue il racconto di Arianna, una giovane infermiera. Arianna è bloccata in un rapporto faticoso con una madre incapace di vederla per come è realmente. La sua vita si intreccia per una notte con quella di Arifa, cambiando per sempre il destino di entrambe. L’incontro tra queste due donne, così simili e così diverse, è sul campo di battaglia in cui tutte e due si trovano a combattere: quello in cui si lotta contro la negazione della libertà di scegliere la propria storia, insieme personale e politica.
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