Napoli. È un sabato d’agosto, 1960. Caterina ‘a pazza si aggira per le strade del quartiere con in mano una torta con una candelina. “Panna e cioccolato a vivi e muort lev’ ‘o sciat” continua a bisbigliare ed Alice incuriosita decide di seguirla.
Inizia così il suo viaggio senza tempo nel paese che è sempre esistito, che esisteva sin da prima di mai. Ad accoglierla una piccola comunità che attende con ansia l’inizio di una festa. Nelle ore che scandiscono l’attesa, un turbinio di urla festanti, di giochi infantili, di idee sussurrate, di riti gridati e preghiere dovute, di sogni raccontati e desideri mancati, di balli, confessioni, catastrofi e canti. Alice affronta spaventata e divertita la quotidianità delirante di quel paese lontano lontano. E i suoi ricordi riaffiorano, le storie si mescolano e ritornano le favole narratele dal padre.
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