Articolo a cura di Anna Cavallo
Dancing Out Loud – Ballando ad alto volume, questo il titolo della ventiquattresima edizione del festival di danza urbana e d’autore Ammutinamenti, a Ravenna dal 9 al 18 settembre, tra teatri e spazi urbani in vari punti della città, con un calendario di oltre 20 spettacoli di arte performativa.
Spaziando tra ricerca, spettacoli partecipati aperti agli spettatori e azioni formative e condivise, il cui comune denominatore è appunto, il movimento. O meglio ancora, l’azione corporea, potenziata, questa volta, dalla componente sonora a cui si richiama il titolo di questa edizione, perché il festival sia un momento di contaminazione dei diversi linguaggi e di spazio vitale in cui l’arte performativa, soprattutto dopo l’esperienza del lockdown, rivendica, come ci racconta la curatrice Giulia Melandri, “la riappropriazione della prossimità dei corpi, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, senza sentire il pericolo dell’altro”.
Tante le suggestioni colte in questi quasi 25 anni di lavoro di Cantieri Danza, l’associazione che promuove l’evento, fondata dalle coreografe Selina Bassini e Monica Francia nel 1994, con l’intento di compiere un vero e proprio gesto politico, portando la danza dai grandi teatri nelle strade e nelle piazze, spesso anche nei non luoghi, quali le stazioni ferroviarie o le sale d’attesa degli uffici postali; perché fosse la danza ad andare incontro alle persone e non il contrario come era stato fino ad allora.
Dal 2020 il festival è curato da Francesca Serena Casadio, Christel Grillo e Giulia Melandri alla quale è dedicata la nostra intervista.
Partiamo dalla scelta del titolo di questa edizione, Dancing Out Loud…
Significa Danzando ad alto volume ed è un invito alla pratica della danza, in prima persona, ritrovandosi nello spazio pubblico per accorgersi della potenza del corpo e di quanto questo possa far rumore sul proprio esserci e generare energia.
Chi saranno i protagonisti di questa edizione?
Accanto ai tre nomi più conosciuti a livello nazionale, come Francesca Foscarini, tra le coreografe più significative della danza contemporanea, con un lavoro dedicato al fenomeno punk che è stato selezionato dal gruppo dei Visionari 2022, al coreografo Fabrizio Favale con The Halley Solo, spettacolo vincitore del bando Danza Urbana XL 2022 e a Daniele Ninarello che firma Pastorale, una coreografia che porta a riflettere sul senso di cooperazione nella contemporaneità.
Ecco, accanto a loro, Ammutinamenti affianca giovani artisti alla loro prima performance pubblica, perché il festival sia anche una vetrina per poter far conoscere il proprio lavoro ma anche momento di incontro e dialogo tra artisti e con tutte quelle figure professionali legate alla pratica corporea.
A proposito degli spettacoli vorrei ricordare anche le danzatrici e performer Marianna Moccia e Valeria Nappi, con la loro Room 22, nata durante il lockdown del marzo 2020 che esplora il concetto di comunicazione tra le persone ai tempi del distanziamento sociale e Walter della coreografa Laura Gazzani, un valzer futuristico. Anche questi due lavori sono tra i vincitori del bando Danza Urbana XL 2022, azione del Network Anticorpi XL, che è la rete nazionale di promozione della giovane danza d’autore e della coreografia italiana a cui aderiscono 38 strutture in 16 regioni.
Come si è evoluto il mondo della danza urbana rispetto agli inizi? Trovate che ora sia più accessibile rispetto a prima e che abbia la giusta visibilità?
Certamente, sia a livello locale, qui a Ravenna, che a livello nazionale. Agli inizi degli anni ’90 non era così e figure come Massimo Carosi e Selina Bassini sono stati dei pionieri in un contesto in cui la danza di ricerca era pressoché sconosciuta. Adesso invece, qui a Ravenna il festival è vissuto dalla cittadinanza in modo molto più partecipato rispetto all’inizio, quando c’erano le prime “incursioni” dei danzatori nei luoghi pubblici: le persone le vivevano con curiosità e interesse, ma non c’era come adesso, il desiderio di partecipare e venire a cercare il festival di propria iniziativa. Ora possiamo dire che è diventato un momento da condividere con l’intera città ed è molto sentito.
È cambiato qualcosa nel festival rispetto a quando era curato da Selina Bassini e Monica Francia?
Io, Christel e Francesca Serena non siamo coreografe, anche se appassionate da anni, ma abbiamo una formazione di management dello spettacolo dal vivo. Condividiamo con Selina e Monica le linee direttrici del festival, la vocazione e i valori che non sono cambiati in questi 20 anni. Avendo competenze e visioni diverse, oltre ad appartenere ad un’altra generazione, le differenze ci sono inevitabilmente. Così come il panorama della performing art si è evoluto e continua ad evolversi anche con scarti generazionali molto brevi.
Come gruppo curatoriale posso dire che tra i cambiamenti di questi ultimi due anni, quando siamo subentrate noi, c’è stato lo sviluppo del progetto, nato nella scorsa edizione e parallelo al festival, intitolato Sguardi e pratiche intorno alla danza d’autore. Si tratta di 8 appuntamenti gratuiti e aperti a tutti, attualmente in corso e fino all’11 settembre, che vogliono essere non un laboratorio, ma una mescolanza di sguardi di artisti, professionisti del linguaggio corporeo che si confrontano con la cittadinanza.
Quest’anno ci sarà anche la presentazione del volume Anticorpi per la danza – Quattro anni di azioni per la promozione della giovane danza d’autore 2018-2021 con dati e monitoraggio sottoposto ad artist* che hanno partecipato alle progettualità della rete Network Anticorpi XL negli ultimi 3 anni. Cosa ci puoi dire al riguardo?
Il volume segue quello pubblicato nel triennio precedente e nasce dall’esigenza di un monitoraggio costante dell’evoluzione del panorama artistico legato alla danza di ricerca di cui parlavo prima. È uno strumento indispensabile per ampliare la riflessione su come il ricambio generazionale sta evolvendo, facendo un resoconto periodico e condividendolo sia con gli esperti che con il pubblico. Un’azione che il Fus (Fondo unico dello spettacolo) ci ha riconosciuto nel 2014 affermando che il progetto artistico del Network Anticorpi XL “si compone di un’articolata gamma di azioni che rispondono alle necessità dei giovani autori e coreografi nelle differenti fasi del loro percorso di crescita professionale, attraverso formazione, accompagnamento e tutoraggio, circuitazione e sostegno pre-produttivo e produttivo”.
Ammutinamenti è realizzato in collaborazione con il Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura e con il contributo di MIC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, ATER Fondazione, Network Anticorpi XL e il sostegno per la mobilità dell’Ambasciata di Israele.

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