Da Orbita a Fuori Programma, le traiettorie di una comunità e di due festival sulla Danza

Giu 14, 2022

Definire con esattezza il punto preciso dove finisce la Terra e inizia lo Spazio è quasi impossibile, una cosa però è certa: l’orbita della Danza romana, quest’anno si è estesa dal quartiere della Garbatella al Quarticciolo, sorvolando il Tevere nel punto in cui si trovano il Ponte dell’Industria e il Gazometro. E da Roma, dall’Italia, ha intercettato e abbracciato il mondo. Stiamo parlando di due eventi che si sono avvicendati quasi in successione, Orbita prima e Fuori Programma dopo, con la direzione, lo stile e l’estro artistico di Valentina Marini.

Orbita è stata la prima tappa di questa esplorazione che è terminata il 22 maggio al teatro Palladium di Roma, con la potenza comunicativa e la poesia irriducibile di Dunja Jocic. Un diario di bordo che ha realizzato un progetto espanso unendo linguaggi, drammaturgie e culture diverse, dall’ Argentina a Israele, dal Regno Unito all’Italia, alla Danimarca. L’11 e il 12 giugno, invece, sono state le due date che hanno inaugurato la seconda tappa, ovvero, la settima edizione di Fuori Programma.

Non a caso la mission del Festival è una domanda aperta: «Quante traiettorie può disegnare una stessa comunità nel tempo e nello spazio?». La parola chiave, l’obiettivo in comune che rende complementari entrambi i Festival è stato ed è quello di essere, di realizzare una comunità in transito nella grande orbita della Danza. In quest’ottica, Fuori Programma si propone come un sistema plurimo, un organismo che vive nell’ottica della ridefinizione del territorio e di una creazione artistica che non è rigida, ma è anch’essa in movimento e si ramifica attraverso incontri, laboratori, residenze e progetti speciali.

E a noi piace considerare il Festival come un luogo accogliente che offre sicurezza e tranquillità per sviluppare un avvio, una nuova premessa, altre e future ricerche. Partendo da questioni come l’identità, le differenze, i sentimenti, l’umanità, le trasformazioni. Alla Compagnia Enzo Cosimi è andato il compito di inaugurare la settima edizione di Fuori Programma con lo spettacolo La bellezza vi stupirà.

Per l’allestimento di questa performance, il coreografo Enzo Cosimi ha condotto un laboratorio dal 6 al 10 giugno aperto e rivolto ai cittadini, alla realtà del territorio e di tutti quelli che hanno partecipato alla call. A metà tra un ritratto vivente della contemporaneità e una sfilata visionaria, La bellezza vi stupirà vuole essere un appello all’empatia, un momento di riflessione e di ricerca del bello là dove non ce n’è. Scavando e curiosando tra i margini della collettività, dove i protagonisti sono i senza fissa dimora, gli ultimi.
La nostra è una società che tende a dimenticarsi, a cancellare gli emarginati fino al punto di negare loro i diritti, l’esistenza e la visibilità; questo succede agli homeless così come anche alle persone transgender, ai rifugiati, alle minoranze in generale. Cosa c’è dietro e dentro ognuna di queste persone? Restituire uno sguardo ad ognuna di esse significa imparare a vederle, a conoscerle senza paure e pregiudizi, realizzando qualcosa che va oltre il momento performativo, l’installazione.

Enzo Cosimi ha dichiarato in un’intervista di «voler creare un’aura intorno a loro per farli diventare delle regine, dei re» restituendo quell’opportunità di ricominciare che a lungo è stata inseguita o, forse, dimenticata e, agli spettatori, nuovi occhi per vedere le persone emarginate, dentro e fuori i teatri, per comunicare e accogliere chi vive sulla strada o ai margini di essa.
Possiamo dire che la missione di questa oper(azione) è quella di restituire dignità a chi vive un disagio e, in generale, di infondere un po’ più di umanità, di nobilitare quei contesti dove potrebbe sembrare, in apparenza, che la bellezza sia finita. Fino al punto di ritrovarla esattamente lì e di stupirsene, quasi.

Sono tematiche a cui Enzo Cosimi si è dedicato lungamente nel corso della sua carriera e della sua ricerca artistica nel campo della danza, della coreografia, della regia, lavorando sulla potenza della drammaturgia del corpo, con artisti professionisti e non, di varie generazioni, con danzatori, artisti visivi e musicisti. Per Cosimi la bellezza è ovunque, basta avere la curiosità di cercarla. Questo pensiero è stato espresso integralmente mediante la Trilogia della bellezza – tre creazioni sulla diversità, che comprende altre due performance: Corpus hominis e I love my sister.

La bellezza vi stupirà ha aperto la settima edizione di Fuori Programma regalando un inizio con un forte impatto emotivo, con un gruppo di uomini e donne che hanno messo in scena la loro anima e il loro corpo. Corpi irregolari che custodiscono le loro storie, le loro esperienze. Corpi politici che gridano la pratica e l’esercizio della verità in una battaglia culturale. Corpi martoriati, assassinati come quello di Pier Paolo Pasolini. Corpi santificati che risorgono purificati, come in Bastard Sunday. L’opera che Enzo Cosimi ha riproposto e messo in scena al Teatro Palladium di Roma, nell’ambito del Festival Orbita, per ricordare quella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975 e la domenica bastarda, quando il Poeta friuliano, con la testa spaccata e il torace schiacciato, veniva ritrovato da una donna, Maria Teresa Lollobrigida, la quale credeva, inizialmente, che fosse un “mucchietto di stracci”.

Può una vita umana, la vita di un uomo di cultura, di un accattone, di un vagabondo essere vilipesa e oltraggiata al punto da diventare un cumulo di panni abbandonati? La riflessione/domanda è bruciante e può essere utilizzata in molteplici contesti e situazioni. Per combattere una, la propria, centomila battaglie è necessario e sufficiente mettere a nudo il proprio corpo, la propria anima. Occorre scomporre l’equilibrio e i preconcetti  in una poesia straziante, in bilico tra contestazione e disperazione, tra innocenza e trasgressione. Sacrificio, morte, rinascita. Fino a trasformarsi in uomini e donne di una comunità in transito che non temono nulla e nulla può far loro paura.

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