Cry Violet, un fiore estinto per la morte della Terra

Feb 3, 2025

Articolo di Sara Raia

Un fiore estinto nella metà dell’Ottocento prende di nuovo vita nella scelta performativa del duo Panzetti/Ticconi che apre, presso lo Spazio Körper, la programmazione del Centro di Produzione della Danza di Napoli.

Già il nome Cry Violet rivela un’importante valenza simbolica, campanello d’allarme che desta preoccupazione: la crisi ambientale odierna viene indagata attraverso quella che in poesia sarebbe una metafora. La composizione sonora di Teho Teardo si rivela efficace per accompagnare un’intima partitura coreografica. Cry Violet è una recente creazione di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, legata al dolore e al senso di colpa: la performance è stata presentata per la prima volta nel 2023 a Milano, all’interno del progetto Esplorazioni, in collaborazione con Triennale Milano. 

Cry Violet
© Valerio Figuccio

Per questa occasione i performer hanno approfondito il codice del lamento funebre e lavoro coreografico riesce così a utilizzare una gestualità parlante sin dall’incipit. I danzatori sono di spalle al pubblico e iniziano a muoversi con lentezza, coprendo il proprio volto con una mano. Il senso della rappresentazione emerge da subito: l’intento è quello di celare. Il disastro ambientale, di cui è in gran parte responsabile l’azione umana, viene messo in scena in maniera magistrale: il dolore è rappresentato attraverso richiami essenziali che portano lo spettatore ad osservare l’evolversi dell’azione con attenzione. Le due figure in scena procedono semi-distanti ma sempre in simbiosi: il pianto non è individuale ma collettivo. Si osservano movimenti che rievocano in maniera sottesa la figura di Lady Macbeth che incita alla crudeltà.

È la sofferenza della natura che i performer incarnano e che esplorano in tutte le sue differenti fasi, tramite una danza che cura i dettagli con un movimento ben sezionato ma allo stesso tempo fluido per generare elementi cinetici che non sono mai in stasi, permettendo ai danzatori di occupare lo spazio tramite chassés e circonduzioni. 

L’espressione del volto è sempre incrinata dalla sofferenza, grazie anche al trucco sulle sopracciglia ma soprattutto al moto dell’animo che, tramite il corpo, s’immedesima nella manifestazione silente di una natura straziata. Il lamento funebre, di tradizione antica, rimanda anche al peccato originale. Il duo Panzetti/Ticconi segue un criterio strutturale preciso, sceglie un’articolazione mirata del corpo. Le braccia tendono verso il pubblico con i palmi delle mani rivolti verso l’esterno: si tratta di richiamare l’attenzione verso una richiesta di pietas, un tentativo di riparazione. 

Cry Violet
© Valerio Figuccio

Quest’ultima è però una mancata soluzione, rappresentata tramite l’oggetto metamorfico del piccolo panno verde che, fuoriuscendo dai costumi indossati dai performer, ha la funzione di assorbire il pianto e divenire poi strumento di pulizia. In questo modo i danzatori rappresentano il greenwashing di facciata che caratterizza il nostro tempo. Lo stesso oggetto è tuttavia utilizzato anche per simulare lo stralcio di una parte di sé, lo sradicamento ineluttabile e irrimandabile. Il panno verde prima nascosto, ora compare e assume quasi il ruolo principale sulla scena. Emerge una circolarità di sequenze e di sezioni che rimanda all’ingannevole strategia comunicativa e che si inserisce nel dibattito pubblico. 

La musica e la danza denunciano una crisi che, più che elusa, andrebbe ora affrontata.

Crediti

Coreografia, performace, costumi Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi

Composizione sonora di Teho Teardo

Video Sergio Salomone

Illustrazione grafica Ginevra Panzetti

Produzione Esplorazioni un progetto di Triennale Milano in collaborazione con Volvo Car Italia, con il supporto di Lavanderia a Vapore / Piemonte dal Vivo (it) | RAMPE (de)

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