Entrando nel foyer delle Fonderie Limone a Moncalieri durante le giornate di Torinodanza, non si può fare a meno di respirare un’atmosfera dinamica e vibrante. Il 13 ottobre, alle repliche di Vague nella sala grande si affianca di Tiny Uppercase-Bestiario Virtuale una delle performance realizzate con il BTT- Balletto Teatro di Torino, a cura di Carlo Massari, un progetto di sperimentazione per 5 spettatori e 5 danzatori, in cui i linguaggi performativi incontrano le nuove tecnologie.
Con Vague risulta evidente sin da subito che ad andare in scena non è una tradizionale rappresentazione teatrale, né tantomeno coreica. Sulle note di Follow the sun di Xavier Rudd, il pubblico viene fatto accomodare su delle sedie disposte ai tre lati dello spazio, al centro del quale si trova una struttura bianca alta un paio di metri, che ricorda una barca a vela. Il rimando a un’ambientazione portuale è istantanea: sul palco abbondano cavi, corde, ferrame, ganci e ancore.
A decretare l’inizio dello spettacolo è Steeve Eton che entra definendolo «un viaggio dalla durata di 30 minuti», per poi giungere alla sua postazione musicale ricca di strumenti: un flauto, uno sassofono, una console, un computer, un microfono su di un’asta, una campana e un recipiente trasparente pieno d’acqua.
Il viaggio di Vague inizia con una musica elettronica accompagnata dal rumore dell’acqua. Poi due performer, Viviane Miehe e Piergiorgio Milano, si avvicinano alla struttura e iniziano la loro danza aerea, fluida, sospesa, in bilico. Tra e in mezzo alla struttura-nave vengono eseguite acrobazie capaci di definire una gentile esibizione di parkour non tra le barriere architettoniche che offre una città, bensì tra quelle del mare.
Vague si costituisce di immagini e suggestioni che si avvicendano tra loro, ruotando attorno al macrotema che rimane sempre il mare e le possibili storie che lo riguardano. Scenografia, costumi, poesie riportano allo stesso tema semantico: il mare come motivo e via di fuga; come pericolo e speranza, il mare come elemento naturale che per antonomasia rende l’uomo felice e pago, Il mare che può salvare e distruggere.

In questa azione performativa parole, danza, musica, scenografia e circo si bilanciano perfettamente attraverso l’azione dei tre interpreti sulla scena: il musicista-narratore non accompagna solo le movenze, attraverso le sue poesie, intermezzi musicali e vocali, scrive e definisce la struttura narrativa insieme con i due performer.
Piergiorgio Milano, ritornando ancora ad approfondire il rapporto tra essere umano e natura, trasla lo scenario protagonista dalla montagna (come è stato con “White out” e “Au Bout des doigts”) al mare.
Vague è nato nel corso dell’estate passata come performance site-specific su alcune spiagge liguri, diventate poi, di fatto, parte integrante del lavoro.
Così, partendo da un primo studio sui litorali della Liguria, in cui tre interpreti emergendo dalla sabbia danzavano per poi scomparire in un’immersione sottomarina, in equilibrio tra superficie, profondità e orizzonte, la sperimentazione si è spostata sul palcoscenico di Torinodanza.
Vague fa parte della vetrina Art-Waves per la creatività dall’idea alla scena, bando lanciato nel 2021 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della missione Creare Attrattività | Obiettivo Cultura. Torinodanza seguendo l’intero percorso dei lavori coinvolti ha attivato all’interno del cartellone del Festival, una vetrina che restituisce uno spaccato delle diverse creazioni vicine o attigue al mondo della danza.
Sono inseriti nel progetto Art-Waves Dust of Dream, di Eva Frapiccini, Daniele Ninarello, AlbumArte Codeduomo; Earthart. Il cuore della terra di Raphael Bianco per e con la Compagnia EgriBiancoDanza; Bello! di Francesco Sgrò, Cordata F.O.R. e, Tiny Uppercase-Bestiario Virtuale con il Balletto Teatro di Torino, a cura di Carlo Massari.
Fra gli intenti dello spettacolo non è da trascurare l’intenzione di sensibilizzare il pubblico alle tematiche ambientali, in vista degli obiettivi dell’Agenda climatica 2023. Il progetto, perché di esso si tratta e non di una performance isolata che trova la sua conclusione con il buio e gli applausi, desidera compilare protocolli per calcolare l’impronta ecologica dello spettacolo pre, durante e post-produzione.
Dal punto di vista tecnico il disegno luci, a cura di Gianni Melis, sfrutta un sistema di illuminazione wireless a batteria che può essere alimentato a energia solare, permettendo così di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e di replicare lo spettacolo anche in luoghi immersi nella natura, senza stravolgere nè intaccare alcun ecosistema naturale.
Con Vague il 13 e il 14 ottobre a Torinodanza è arrivato il mare, portando con sé una riflessione su cosa esso stesso abbia da offrire all’uomo. Piergiorgio Milano prende lo spettatore per mano nell’intento e lo accompagna in un viaggio di cui, ancora, non è dato sapere la meta. Quando gli interpreti abbandonano la scena si rimane soli, ad osservare le onde d’un mare limpido ed i suoi rumori, ammantati della responsabilità di decidere se e come continuare l’avventura appena intrapresa.

Federica Siani è nata nel 1996 in provincia di Torino. Ha una laurea Triennale in Lettere Moderne e una Magistrale in CAM (Cinema Arti Performative Musica e Media) e nel frattempo ha proseguito la formazione da danzatrice contemporanea. Nel 2021 ha partecipato al Biennale College-Scrivere in Residenza presso la Biennale di Venezia e ha lavorato come moderatrice delle conversazioni ancora per la Biennale Danza 2022. Ad oggi, continua a cercare un sempre rinnovato incontro tra le sue due passioni: le parole e il linguaggio del corpo.