A cura di Cecilia Cerasaro
Lo spazio a vocazione teatrale di Carrozzerie N.O.T. apre alla danza per la due giorni di CI-KOREA – Amara la danza e permette al suo pubblico di scoprire che riflettere su un tema è possibile anche rendendo protagonista la fisicità dei corpi che lo vivono nella quotidianità. Così, nella serata di domenica 19 gennaio, vanno in scena i progetti danzati due artisti decisi a far arrivare al pubblico la propria visione del mondo.
“Questo è un inizio” afferma la voce registrata che accompagnerà Superstella, mentre il danzatore Vittorio Pagani si sdraia a terra in una posa teatrale di apertura che si ripeterà innumerevoli volte nel corso della serata. È l’inizio della performance – o di una delle tante versioni possibili della stessa – ma anche della sua carriera di giovane artista.
La stessa voce presenta un’immaginaria nuova piattaforma digitale che promette una soluzione alle crisi creative: basta scegliere fra gli infiniti progetti artistici di danza elaborati a partire da poche idee raccolte in un testo immesso. Pagani segue senza battere ciglio ognuno dei consigli dati dall’intelligenza artificiale e riassume con il proprio corpo proposte diversissime. Poi si ferma ad ascoltare gli indici di gradimento del pubblico e i commenti della critica che la piattaforma sembra già conoscere grazie al suo algoritmo. Questa visione deterministica dell’arte che cerca di ricondurre al momento presente le evoluzioni future come necessarie può senza dubbio inquietare. Ma a distrarci da inutili speculazioni filosofiche, a rispondere all’oziosa domanda esistenziale sul tempo che scorre scandito dalle prevedibili fasi della vita, ci sono il piacere contagioso del movimento e la potenza dei muscoli del danzatore.

Lo sguardo ironico e scanzonato di Vittorio Pagani e la sua gestualità vivace invitano piuttosto a leggere la performance come uno spaccato paradossale sui processi, sui presupposti teorici e sulla ricerca di approvazione che guida la creazione artistica, ma anche come una satira danzata della sua ricezione. Nel suo intento comico lo spettacolo ha successo, il pubblico comprende le riflessioni e l’umorismo del danzatore e ride. Superstella è il tentativo concitato e impossibile di Pagani di riassumere gli anni che verranno, di bruciare con la fantasia le tappe mentre ripercorre con il corpo secoli di storia e preistoria del mondo e della danza, tutti gli spettacoli che sono stati immaginati e che lui prevede un giorno di creare. Chi lo guarda, conosca o no il settore, non può fare a meno di essere divertito ed emozionato dall’entusiasmo di un giovane appassionato che fantastica sul futuro proprio e della propria arte e che si chiede, stavolta con la voce fuori campo di Marcello Mastroianni in 8½, se sarebbe “capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella. Riuscire a farla diventare la ragione della tua vita”
Anche Annalisa Limardi porta da sola in scena il suo spettacolo a Carrozzerie N.O.T. Si tratta di un lavoro che, in contrapposizione con il precedente, è ancorato alla realtà presente. Già dal titolo, No, richiama un tema caldo di riflessione degli ultimi anni, ovvero l’educazione al consenso e al rispetto del rifiuto altrui.
Attraverso l’utilizzo del microfono, unico oggetto di scena che supporta la performer dal punto di vista acustico ma anche fisico, Annalisa Limardi confessa con sincerità estrema al pubblico la sua difficoltà – condivisa da molte e molti – nel porre dei limiti agli altri in ogni situazione della vita. L’incapacità di stabilire confini da non oltrepassare durante gli incontri sessuali è solo l’indice per il soggetto di una esistenza vissuta senza ascoltare se stesso, soggiogato dal volere e dai bisogni altrui in nome di una “gentilezza” che è solo mancanza di risoluzione e consapevolezza dei propri desideri.
L’invadenza e l’insistenza degli altri sono “interpretate” dal microfono, unico altro personaggio sulla scena che la performer manovra come un burattino, suggerendo l’idea che sia dotato di una propria volontà contrapposta alla sua. È di questo strumento la voce che non dà tregua a Limardi con le sue domande, è il microfono a inseguire la danzatrice attraverso lo spazio scenico, a toccarla, a tentare di infilarsi nelle parti più intime del suo corpo, a premerle sulla bocca, a farla inciampare, a sottometterla, a impiccarla.

Mentre la sala rimane ipnotizzata dalla verosimiglianza della relazione tossica con l’oggetto inanimato e dal ritmo sempre più incalzante delle domande, la performer dà inizio al suo rap. Annalisa Limardi sostiene la sua danza con le sue stesse rime e, senza fermarsi o rinunciare al conflitto che sta portando in scena, riacquista la parola: se non per dire quello che sa e che desidera, per chiarire almeno ciò di cui non è sicura e che non vuole.
Crediti
Superstella
Di e con Vittorio Pagani
Aiuto alla drammaturgia Pietro Angelini
Disegno luci Stefano Moriondo
Produzione esecutiva Equilibrio Dinamico
Con il supporto dell’azione ResiDance del Network Anticorpi XL, con residenze artistiche presso Fondazione Armunia, Teatro Comunale di Vicenza e Lavanderia a Vapore
No
Di e con Annalisa Limardi
Sound design Saverology
Co-produzione Centro Servizi S.Chiara di Trento, AriaTeatro ETS e Pergine Festival
Occhio esterno Penelope Morout

Nata a Roma nel 1998, si laurea in Lettere all’Università di Tor Vergata e Filologia Moderna alla Sapienza, occupandosi di letterature comparate e viaggiando per studio e lavoro in Europa. Frequenta il master in Critica Giornalistica dell’Accademia Nazionale Silvio d’Amico. Appassionata di poesia e di parole, scrive per diverse testate e blog di argomento teatrale e culturale, accordando un interesse speciale alla drammaturgia contemporanea e agli studi di genere.