Kassandra, un’eroina iper-contemporanea. In scena al Teatro Fontana di Milano

Kassandra, un’eroina iper-contemporanea. In scena al Teatro Fontana di Milano

Dal 20 al 23 febbraio, al Teatro Fontana di Milano andrà in scena KASSANDRA, performance diretta da Maria Vittoria Bellingeri e prodotta da Emilia Romagna Teatro | ERT / Teatro Nazionale. Lo spettacoloscritto nel 2009 dal drammaturgo franco-uruguaiano Sergio Blanco, racconta la storia di un’eroina iper-contemporanea interpretata dall’attrice-cantante Roberta Lidia De Stefano (Menzione d’onore del Premio Duse e Premio Mariangela Melato), un’eccentrica poetessa urbana che vive nella sua auto, vende Marlboro assieme al suo corpo e parla un inglese di sopravvivenza, una sorta di “esperanto” comprensibile a tutti.

Il testo è una riscrittura del mito di Cassandra, l’omonima sacerdotessa di Apollo, colei che ha la facoltà di predire il futuro ma è destinata a non essere creduta. La drammaturgia crea un ponte tra le glorie dell’Atene di un tempo e il declino presente: la Kassandra di Blanco cerca di sopravvivere costretta a rifugiarsi ai margini di una città a lei straniera e come la protagonista del mito, è considerata una giovane audace in preda a funesti deliri. Fluida, immigrata, puttana, divertente, spudorata, coraggiosa, mostra il suo corpo come manifestazione pacifica dell’essere, attraversando caleidoscopici riferimenti all’oggi.  

«Kassandra di Sergio Blanco è un’opera che interroga il silenzio che soffoca le voci femminili  troppo spesso ignorate – dichiarano Maria Vittoria Bellingeri e Roberta Lidia De Stefano – pensiamo a Greta Thunberg, ridicolizzata nonostante il suo impegno per il futuro del pianeta, alle donne iraniane che fanno del loro corpo il terreno di una lotta politica contro il regime, unite e senza nome. Pensiamo anche a Maria Kolesnikova, il cui corpo è diventato simbolo di resistenza, esponendosi alle minacce pur di difendere la propria visione di cambiamento. Queste donne e molte altre, il cui nome resta spesso nell’ombra, incarnano una lotta globale contro l’indifferenza del potere, proprio come Kassandra. Lo spettacolo intende dare voce a queste esperienze, presentando una Kassandra che è molte di queste donne: una voce potente, fragile e inascoltata. Kassandra, come nel mito, non smette di parlare, anche quando il mondo continua a ignorarla. Non è solo un personaggio, ma una domanda persistente: quante altre verità dovremo ancora rifiutare?».

Mito e realtà si fondono senza ostentazioni e lasciano al pubblico un’estrema capacità di giudizio: con visionaria strafottenza, Kassandra “la straniera” lo accoglie, lo tenta, lo seduce e si dona con tutta l’anima raccontandosi senza filtri, in un monologo ironico ma toccante, che parla del nostro presente attraverso la riscrittura del passato. 

Sulla scena un’automobile-casa che all’occasione diventa “carro di Apollo”, stanza da letto ad Argo, palcoscenico, rifugio, memoria, tomba. Uno statico movimento si alterna alla fluidità delle parole, pronunciate con l’accento di una donna dell’Est Europa. L’attrice alterna il dialogo con gli spettatori al canto, passando dal ballata pop al lirismo del verso greco, dalla musica elettronica alla techno. Il lavoro presenta una scrittura sonora originale che attinge a una ricerca musicale classica-pop ed elettronica (da Diamanda Galas, a Laurie Anderson, a Marianne Faithfull, agli ABBA). 

Un personaggio dunque marginale che parla di identità, biopolitica, capitalismo, di transfemminismo, di migrazioni, una donna fluida che rappresenta la centralità del mondo, il focus di una polis da ricostruire o forse idealizzare, in modo da non perdersi in una realtà senza certezze dove la speranza possa non sembrare stupida utopia. 

Info e prenotazioni ➜ https://teatrofontana.it/evento/kassandra/

Danze, corpi e memorie di miti mediterranei in trasformazione: Girugiru di Gruppo e-Motion

Danze, corpi e memorie di miti mediterranei in trasformazione: Girugiru di Gruppo e-Motion

Una coreografia che esplora il tema del viaggio interiore, attraverso  i corpi e le memorie dei performer, guidati in un percorso di trasformazione e di celebrazione di un rito corale, fino alla manifestazione di una nuova identità comunitaria: in scena sabato 8 febbraio, al Teatro del Lido di Ostia (Roma), Gruppo e-Motion, compagnia diretta dalla coreografa Francesca La Cava, presenta lo spettacolo Girugiru.

Un viaggio nel “viaggio” dove i performer vengono condotti con continuità in alcuni luoghi, procedendo lentamente nella medesima direzione. Esperimenti performativi, ideati e diretti da Francesca La Cava, che riflettono il movimento del “procedere” dalla comunità al singolo individuo, dall’antropologia culturale alla mitologia personale, dalla drammatizzazione alla documentazione e ancora dal testo all’immagine, dall’ensemble alla performance solista.

«Attraverso la conoscenza delle memorie dei differenti miti dei paesi che si affacciano sul mare, ricerchiamo e sperimentiamo un sincretismo culturale acentrico ed eccentrico – dichiara la regista – in cui rientrano, nella loro eterogeneità, tutti i fenomeni umani nei quali la cultura si crea e si trasforma. In questo modo lasciamo il posto alla proliferazione dei punti di vista e alla moltiplicazione dei corpi narranti, che si delineano come spia della frammentazione della verità, di una realtà non più assoluta ma relativa e parziale».

In scena una “old dancer” rappresenta il tempo e la trasformazione; un interprete accompagna i danzatori per tutta la durata della performance e li conduce in un viaggio verso la liberazione, esortandoli a manifestarsi liberamente e aiutandoli a predisporsi all’accoglimento della sorpresa. La danza e la musica si attraversano vicendevolmente, a volte si incontrano in sincronia gestuale e a volte emotiva, rimanendo due linguaggi indipendenti con una connessione tra loro sempre in mutamento. Due linguaggi nomadi con flussi paralleli.

Biglietti online su vivaticket.com https://www.vivaticket.com/it/ticket/girugiru/255450

Per info e prenotazioni: tel. 06.5646962 –  promozione@teatrodellido.it

GRUPPO e-MOTION è una compagnia di danza contemporanea con sede a L’Aquila, unica realtà di produzione della danza in Abruzzo finanziata dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali. La Compagnia è sostenuta dalla Regione Abruzzo e dal Comune dell’Aquila. La ricerca del gesto e quella personale sono alla base degli spettacoli del GRUPPO e-MOTION, le cui performance sono viaggi poetici e introspettivi all’interno dell’essere umano e della società contemporanea.

Lettera aperta di C.Re.S.Co. sul DM 2025/27

Lettera aperta di C.Re.S.Co. sul DM 2025/27

Condividiamo di seguito la lettera aperta di C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea sul DM 2025 / 2027

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C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, tra le realtà maggiormente rappresentative del settore dello spettacolo dal vivo, dal 2010 elabora proposte volte a migliorare il sistema del finanziamento pubblico e nello specifico il Decreto Ministeriale recante Criteri e modalità per l’assegnazione e la liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul “Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo”, per tutti semplicemente il DM. 

La rete ha lavorato in questi anni in dialogo costante con il Ministero, cercando allo stesso tempo una relazione generativa con le altre sigle di rappresentanza, fermamente convinta del valore assoluto della concertazione collettiva. 
Ad oggi, però, i membri del Direttivo devono prendere atto che la rete – composta da oltre 250 realtà professionali operanti nel settore – non è stata coinvolta nella discussione politica sul prossimo DM triennale 2025/2027, nonostante avesse già preso parte ai tavoli di lavoro dello scorso luglio, indetti dalla Direzione Generale Spettacolo, assieme ai colleghi e alle colleghe di AGIS e Federvivo. 

Trascorsa la pausa estiva era attesa una nuova convocazione, invece non c’è stato spazio per alcun confronto ufficiale per nessuna delle realtà che, come C.Re.S.Co., ogni giorno investono energie e risorse nello studio e nell’elaborazione di proposte volte al benessere del sistema, impegnandosi a fare sintesi di istanze troppo spesso parcellizzate. 

Questa mancata convocazione pone alcune domande: può dirsi sano un sistema democratico fondato sulla consultazione di una sola voce, seppur espressa da una realtà storicamente rappresentativa come AGIS e Federvivo, con cui C.Re.S.Co. da sempre cercato un dialogo aperto e collaborativo? 
Può dirsi aperta e inclusiva, equa e liberale, una modalità di consultazione che impedisce ogni forma di accesso a una rete che rappresenta una fetta così importante del sistema produttivo, per giunta dopo che la stessa è stata convocata ed ascoltata più volte dall’Amministrazione? 
E soprattutto, può dirsi contemplato nella sua interezza un sistema complesso e articolato come quello dello spettacolo dal vivo italiano, se dal dibattito vengono escluse le realtà rappresentative delle istanze maggiormente innovative e ri-generative del sistema stesso? 

Trascorso anche l’autunno, questo inverno ha dato l’ultima conferma di una disfunzione preoccupante: nel 2014 il DM venne pubblicato il 1° luglio, nel 2017 il 14 luglio, nel 2021 – nonostante la pandemia – il 25 ottobre. Il 2024 è invece terminato senza che tutto il comparto abbia avuto notizia alcuna di uno strumento fondamentale per la salute delle imprese, atteso invano dal mese di ottobre dello scorso anno e arrivato oggi, 13 gennaio 2025. 

“A nome delle 250 realtà che rappresentiamo, a cui è stata negata la parola, sentiamo di dover ribadire ancora una volta che c’è un problema ed è politico, e l’iter di un DM reso pubblico con un ritardo così evidente ne rappresenta solo il precipitato amministrativo. Nulla di nuovo sotto il sole, del resto aspettiamo il Codice dello Spettacolo e i suoi decreti delegati dal 2017! – affermano i membri del Direttivo, che proseguono: Eppure, qualcosa delle nostre proposte è rintracciabile in quei segnali – ancora troppo pochi – che puntano a un rinnovamento del sistema, cuore delle azioni di C.Re.S.Co. Proviamo così a condividere alcune riflessioni, mettendo in luce da una parte i segnali di apertura del DM, senza negarne l’approccio conservativo che a noi pare ispirare molte scelte”.
 
Il Direttivo espone dunque una serie di riflessioni sul DM.
Negli obiettivi strategici del supporto allo spettacolo dal vivo (art. 2), che per noi continuano a rappresentare i valori più alti da cui dovrebbero derivare le norme, si introducono alcune novità, tra cui quelle volte a favorire l’accesso delle persone con disabilità alle attività dello spettacolo e alle relative carriere professionali, come espressione di un diritto e come valore artistico, culturale e sociale da condividere; allo stesso modo sembra di poter leggere una più corretta lettura degli spettacoli realizzati in luoghi non convenzionali, riconoscendo maggiormente il valore delle poetiche più innovative in termini di fruizione da parte dei cittadini e delle cittadine. 

Resta da chiedersi se questo elenco composto da 13 obiettivi, che vanno dal ricambio generazionale al riequilibrio territoriale, trovi davvero una piena corrispondenza negli articoli di cui si compone il DM. 
Ce lo chiediamo pensando soprattutto al primo obiettivo, che parrebbe corrispondere a un convinto sostegno all’innovazione, nella misura in cui il DM concorre allo sviluppo del sistema dello spettacolo dal vivo, favorendo la qualità dell’offerta, anche a carattere multidisciplinare, e la pluralità delle espressioni artistiche, i progetti e i processi di lavoro a carattere innovativo, la qualificazione delle competenze artistiche. È davvero questa la priorità? 
A fronte di numerose nostre proposte volte a semplificare e armonizzare il sistema, stupiscono delle introduzioni che si contraddicono qualche riga dopo o spiazzano stravolgimenti di articoli di cui non comprendiamo il senso. Pensiamo ad esempio alle proroghe previste dall’articolo 11 (Disposizioni generali relative a Teatri Nazionali e dei Teatri delle città di rilevante interesse culturale), composto di 5 commi e ben 6 deroghe: questo modus operandi ci sembra aver risentito di continui “ritocchi” per effetto di questioni specifiche e non certo per una sana visione di sistema! Eppure, nei pochi momenti di confronto che hanno visto al centro le nostre proposte, siamo riusciti a ottenere una crescente – ma ancora inadeguata – attenzione agli spazi di programmazione che Teatri Nazionali e ex TRIC dovranno riservare a spettacoli di autori viventi, alla nuova drammaturgia e alle nuove scritture di scena, rispettando la parità di genere e agendo per un ricambio generazionale. 

Potremmo forse sembrare sognatori nell’immaginare un sistema che non abbia più bisogno di indicazioni specifiche per attuare quel rinnovamento dei linguaggi già previsto dagli obiettivi strategici, come potremmo apparire ingenui credendo che la parità di genere dovrebbe essere una priorità di tutto il settore, ma siamo altrettanto realistici da sapere che purtroppo queste prescrizioni sono ancora oggi urgenti e necessarie! La tanto invocata attenzione alle giovani generazioni sembra ispirare anche l’introduzione del direttore artistico junior, se non fosse che 7 under35 (uno per ogni Teatro Nazionale) non sono sufficienti e che le funzioni di queste nuove figure non sembrano chiaramente definite: su questo da subito ci siamo detti pronti a effettuare un monitoraggio per valutare la reale capacità d’azione dei nuovi direttori. 

Proseguendo in questa breve analisi e rimandando le note tecniche ai nostri documenti già divulgati, si nota che gli altri settori subiscono solo piccoli “aggiustamenti” a differenza di quanto accade ai Centri di Produzione: per questi soggetti si introduce infatti una differenziazione per capienza (450 posti, 250 posti, 200 posti) e non per funzione, che potremmo leggere come una moltiplicazione di soggetti piccoli, medi e grandi di cui non si comprende affatto l’impatto sul sistema. Scompare inoltre la qualifica di Centri di Produzione nell’ambito della sperimentazione, con l’effetto di mettere a confronto soggetti tanto diversi a discapito di chi ha operato e opera in ambito di rischio culturale.

Dopo il DM: il rischio culturale che fine farà? 

Le parole sono importanti, soprattutto quando scompaiono. 
Così, nei nuovi fenomeni della Qualità artistica il rischio culturale non c’è più, lasciando il posto a una più generica qualità del progetto alla valorizzazione, promozione e diffusione dell’identità e pluralità culturale nazionale, non considerando che il sostegno al rischio culturale è tra le ragioni fondanti del finanziamento pubblico alla cultura, ciò che le permette di distinguersi dal mero intrattenimento commerciale, capace di autosostentarsi, e le consente di investire in ricerca artistica identitaria, generativa e ri-fondante di un Paese.

Eppure, per noi la parte più sensibile del nuovo sentire politico si svela e rivela nelle formule di calcolo della Qualità Indicizzata, dove le dichiarazioni sull’importanza di stare sul mercato del Sottosegretario Gianmarco Mazzi – che ci auguriamo di poter incontrare quanto prima per discuterne assieme – si reificano in calcoli oggettivi volti a quantificare ad esempio il costo medio per spettatore e gli incassi medi per spettatore, indicatori che rafforzano la già presente capacità di riempimento delle sale. 

Sia ben chiaro, nessun artista o nessun teatro lavora instancabilmente per vedere una sala vuota, così come la buona salute del sistema passa per prima cosa sulla domanda di spettacolo dei cittadini e delle cittadine che, tramite il prelievo fiscale, rappresentano i primi sostenitori della cultura. Eppure non possiamo tacere una preoccupazione così evidente: cosa succederà alle sale di provincia, a tutti gli spazi lontani dai grandi centri, cosa accadrà a chi programma investendo su giovani compagnie e sui linguaggi multidisciplinari? Una distinta d’incasso frenerà la possibilità di incontro tra pubblici e innovatori della scena o come si farà a far tornare i conti in una dimensione così volta al mercato e così poco alla valorizzazione della scena e dei palcoscenici? E come tutto questo intercetta l’auspicato riequilibrio territoriale, mentre sembra invece rimandare alla definizione di una nuova autonomia differenziata culturale del Paese?
 
A partire da queste domande e da queste riflessioni vorremmo ragionare, nelle sedi opportune, con chi ha avuto l’onore e l’onere di fare determinate scelte, continuando a dichiarare la piena e totale disponibilità di C.Re.S.Co. a momenti d’incontro e discussione collettiva. Per ora, non possiamo che continuare a vigilare, dando voce a quanti oggi, in questa grande fotografia che vorrebbe rappresentare il sistema italiano dello spettacolo, risultano fuori fuoco o assenti. 
Ripartendo da ciò che di buono è stato introdotto e affrontando, con un po’ più di coraggio e di visione, il futuro che questo sistema merita.

15 anni di Mandala Dance Company: tre giorni di spettacoli allo Spazio Rossellini di Roma dedicati alla compagnia fondata da Paola Sorressa

15 anni di Mandala Dance Company: tre giorni di spettacoli allo Spazio Rossellini di Roma dedicati alla compagnia fondata da Paola Sorressa

Per celebrare il 15esimo anniversario della nascita della compagnia internazionale, ATCL dedica allo Spazio Rossellini di Roma, polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio gestito da ATCL, una retrospettiva di tre giorni in cui verranno presentate cinque, tra le più importanti produzioni firmate dalla coreografa e regista Paola Sorressa e quattro lavori dei/lle coreografi/e under 35 associati.

Con un costante lavoro di rinnovamento dei linguaggi e delle estetiche della danza contemporanea, in quindici anni di attività, la compagnia internazionale Mandala Dance Company, si è accreditata come una delle eccellenze del panorama coreutico nazionale,  abbracciando il linguaggio di Paola Sorressa, danzatrice e coreografa, con una personale poetica e una ricerca in continua evoluzione, basate su un lavoro di destrutturazione corporea unito al floor work, flying low, contact e improvvisazione.

Un’incessante produzione artistica che ha portato la compagnia a calcare le scene di numerosi teatri italiani,  a prendere parte a importanti festival e rassegne nazionali ed internazionali, oltre a essere impegnata in diverse tournée all’estero (USA, Algeria, Thailandia, Tunisia, Messico, Polonia, Spagna) grazie anche alla collaborazione con diversi Istituti Italiani di Cultura.

Per il 15esimo anniversario dalla nascita della compagnia, dal 13 al 15 dicembre presso lo Spazio Rossellini di Roma, polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio gestito da ATCL, una personale dedicata a Mandala Dance Company, in cui si alterneranno sul palco il 13 e 14 dicembre alcuni degli ultimi lavori firmati dalla coreografa e regista Paola Sorressa e il 15 dicembre le produzioni dei coreografi/e under 35 associati, vincitori delle tre edizioni di NVED_Nuovi Vettori Evolutivi Danza (2022-2024) e una produzione al debutto assoluto, creata da Paola Sorressa per MATRIX PRO 2024, il dance training program di Mandala Dance Company.

La retrospettiva si apre, il 13 dicembre alle ore 21, con la presentazione dello spettacolo RITI DI PASSAGGIO, dedicato a Lucien Bruchon, che si ispira alla sacralità di tutti quei momenti che segnano il passaggio alle diverse fasi esistenziali o scandiscono l’evoluzione stessa dell’individuo in questa Vita terrena fino al passaggio a nuove dimensioni. Una sacra autorizzazione che permette di rovesciare l’esperienza individuale in quella collettiva e che accompagna ad una nuova condizione di equilibrio e quindi di rinascita. 

Si continua il giorno seguente con TRILOGIA 15TH ANNIVERSARY, in cui verranno presentate tre delle ultime produzioni firmate da Paola Sorressa: Insieme, Balancier, Essence (estratto). 

Un percorso di visione che accompagna il pubblico a scoprire le differenti tensioni artistiche e politiche che convivono nei lavori della coreografa romana (Premio Anfiteatro d’Oro per l’Arte della Danza, Premio Internazionale per la Danza Willy Dal Canto 2018, Premio NAPOLI DANZA per la coreografia). Indagini antropologiche a partire dalla relazione dei corpi di uomini e donne uniti nel vincolo dell’amore come in Insieme; o visioni creative che si innervano in Balancier, nello studio degli equilibri statici o dinamici e delle oscillazioni dei corpi e degli oggetti, con la presenza per la prima volta in scena dell’opera d’arte realizzata dallo scultore Fiorenzo Zaffina; ma anche riflessioni politiche, nell’era del virtuale e delle guerre, delle pandemie e dell’emergenza climatica, del consumismo e del capitalismo presenti in Essence, produzione che affronta la delicata questione di cosa nonostante le apparenti diversità ci lega indissolubilmente gli uni agli altri a brevi e lunghe distanze temporali e territoriali.

La retrospettiva dedicata a Mandala Dance Company termina il 15 dicembre con la SERATA COREOGRAFI NVED, con la presentazione delle produzioni dei coreografi/e vincitori del progetto NVED_Nuovi Vettori Evolutivi Danza: Angelo Egarese con 5_PM, Elena Copelli con Morphing, Gianluca Possidente con Una favola antica e Lucas Delfino con Erosione. Quattro creazioni originali, aventi come oggetto uno o più aspetti tematiche legate alla transizioni umane, ecologiche, vibrazionali in linea con gli obiettivi e i 5 principi fondamentali dell’Agenda 2030 (le 5 P in inglese: people, planet, prosperity, peace, partnership), prodotti nell’ambito di NVED, progetto a sostegno della crescita di nuovi talenti coreografici a cura di Mandala Dance Company, che dal 2022 al 2024, ha permesso ai coreografi prodotti e associati di accedere a un’importante opportunità di sostegno produttivo. 

Al termine delle quattro performance, segue Layers, la creazione originale di Paola Sorressa per MATRIX PRO 2024, il dance training program di Mandala Dance Company, che esplora il concetto di stratificazioni, unicità e connessioni umane.

Per info e prenotazioni:

Spazio Rossellini

Via della vasca navale 58 – Roma

3452978091 – info@spaziorossellini.it

https://spaziorossellini.it 

 

Love Sharing Festival: al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari due giornate di incontri e riflessioni dedicati alla sostenibilità e alla non violenza

Love Sharing Festival: al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari due giornate di incontri e riflessioni dedicati alla sostenibilità e alla non violenza

Due giorni di incontri e approfondimenti con Elena Passerini, Erika Degortes, con Carlo Bellisai e Daniele Taurino, Ermete Ferraro, Riccardo Bottazzo, Valentina Nicolì su temi attualissimi e fondamentali: dall’educazione alla pace con Maria Montessori alla trasformazione dei conflitti secondo Johan Galtung, passando per le questioni ecologiche, il disarmo, e le strategie per affrontare le sfide globali, come la crisi climatica e le guerre

Cagliari – Il Love Sharing Festival, da anni spazio dedicato alla pace, alla nonviolenza e alla sostenibilità, torna con due intense giornate di incontri e riflessioni, il 13 e 14 dicembre 2024, al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari. Questo appuntamento non rappresenta solo un evento annuale, ma una tappa fondamentale nel percorso di crescita del festival, che negli anni ha saputo consolidarsi come luogo di dialogo e di azione concreta per una cultura nonviolenta.

Questa edizione si pone come una celebrazione e un approfondimento del lavoro svolto finora, aprendo finestre su temi attualissimi e fondamentali: dall’educazione alla pace con Maria Montessori alla trasformazione dei conflitti secondo Johan Galtung, passando per le questioni ecologiche, il disarmo, e le strategie per affrontare le sfide globali, come la crisi climatica e le guerre.

Il festival si apre il 13 dicembre alle ore 19 con la presentazione del libro Facciamo la pace? Educare alla cura delle relazioni di Maria Montessori  di Elena Passerini, vicepresidente del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. In questa raccolta dei suoi scritti più intensi sul tema dell’educazione alla pace – presentata e commentata dai pedagogisti Daniele Novara e Elena Passerini – Passerini ancora una volta ci viene in aiuto con il suo spirito anticonvenzionale per dar vita a un’umanità nuova e libera. Perché «l’educazione è l’arma della pace e la pace è la condizione della buona educazione».

Si continua alle ore 20 con Alla scoperta di Galtung di Johan Galtung e Erika Degortes di Erika Degortes, autrice del volume Alla scoperta di Galtung (Gandhi edizioni, 2017), in cui sono condensate alcune riflessioni ed esperienze, maturate insieme allo stesso Galtung, nell’ambito della trasformazione nonviolenta dei conflitti. Questo libro è indirizzato in particolare a chi non ha familiarità con i Peace Studies in generale e con le teorie di Galtung nello specifico.  Ma anche gli specialisti ci possono trovare elementi meno noti che possono aiutare a capire come si è sviluppata una metodologia eminente qual è il Metodo Transcend. L’idea di questo libro è nata durante un viaggio in auto da Ginevra (Svizzera) a Torino (Italia). 

Il 14 dicembre alle ore 17:00, Carlo Bellisai, insegnante elementare e scrittore,  attivista del Movimento Nonviolento, del quale è portavoce in Sardegna, presenta Azione nonviolenta, una rivista fondata a Perugia da Aldo Capitini nel 1964, come organo mensile del Movimento nonviolento. La rivista nasce al servizio di un movimento che condanna la violenza e propone un metodo alternativo per la risoluzione dei conflitti e la liberazione da ogni forma di oppressione: il metodo, appunto, nonviolento e pacifista. Il giornale si propone di illustrare, dal punto di vista teorico, le ragioni del metodo nonviolento, le sue problematiche e la sua attuazione; si propone anche di informare e consigliare libri o articoli e di promuovere un dibattito, dialogando con i lettori. All’incontro sarà presente anche l’attivista Daniele Taurino.

Alle ore 18:00Ermete Ferraro presenta il saggio Grammatica ecopacifista – Ecolinguistica e linguaggi di pace, in cui l’autore sviluppa e completa la ricerca, iniziata nel lontano 1984 con la pubblicazione della Grammatica della pace, indagando una disciplina, la linguistica, fondamentale per un educatore e per un attivista nonviolento che vuole unire nella prassi trasformativa pensiero e azione, la parola che cura e il pensiero che progetta. 

L’autore propone una grammatica ecopacifista che orienti l’azione politica ed educativa secondo sei coordinate: nonviolenza – riconciliazione; giustizia – solidarietà; biodiversità – sostenibilità; principi fondamentali utili a sviluppare una visione del mondo che sia biocentrica, rispettosa dell’integrità ambientale e della diversità, solidale con tutti gli esseri viventi, sempre più attenta alla cura della “casa comune”. Attivista, ricercatore ed educatore per la pace, dagli anni ’70 Ferraro è stato impegnato nei movimenti nonviolenti, fra cui il Movimento Internazionale della Riconciliazione, di cui è presidente nazionale.

Dalle ore 19:00 un altro importante momento di riflessione con il giornalista e scrittore Riccardo Bottazzo che racconta l’incredibile storia dei Paesi che hanno rinunciato all’esercito: alcuni, come le isole Marshall, per volontà di Paesi più potenti, altri, come la piccola isola di Nauru, perché sono fuori da qualsiasi scenario strategico e sono talmente piccoli che non hanno spazio per una base militare.  Altri ancora, come Andorra, non hanno armamenti per tradizione. La prima parte di Disarmati – Paesi senza esercito e altre strategie di pace racconta la storia e il presente dei Paesi che vivono e prosperano senza fanti e carri armati. La seconda approfondisce, grazie ai contributi di esponenti del mondo pacifista, il rapporto tra l’apparato delle forze armate e questioni di stretta attualità come i cambiamenti climatici, il diritto internazionale, le guerre, i bilanci statali, la libertà individuale e altre ancora.

L’ultimo incontro all’interno di Love Sharing Festival è alle ore 20:00 con la giornalista e traduttrice Valentina Nicolì, curatrice dell’edizione italiana di Poteri illegittimi: Clima, guerra, nucleare: affrontare le sfide del nostro tempo di Noam Chomsky in cui il grande intellettuale statunitense ci aggiorna sui temi più importanti del nostro tempo, offrendo interpretazioni quanto mai lucide e abbinando un tono pacato a un estremo rigore e a prese di posizione nettissime,  Dalla guerra in Ucraina, col suo tremendo spargimento di sangue e l’ombra inconcepibile del conflitto atomico in agguato, alla crisi della democrazia americana (che riguarda tutti), con un Partito Repubblicano ormai avviato a divenire un’organizzazione prefascista e i democratici, compreso lo stesso presidente Biden, che non paiono in grado di assumere le decisioni drastiche oggi necessarie, mentre il trumpismo diventa perfino un «modello» all’estero; dall’emergenza climatica, a cui diventa ogni giorno più importante rispondere in modo adeguato, dandole la massima priorità, al ruolo della Cina nell’assetto globale, in bilico verso una nuova guerra fredda: 

Come dichiara la direttrice artistica Maria Virginia Siriu: «Non basta dichiararsi pacifisti o scendere in piazza quando una guerra sembra imminente. La costruzione di un’alternativa di pace è un lavoro capillare, paziente e continuo, che richiede anni di impegno e un profondo cambiamento culturale. Questo è ciò che il Love Sharing Festival si propone di fare: tessere una rete di consapevolezza e azione che superi l’emergenza per costruire, giorno dopo giorno, una società più giusta e nonviolenta. Il Love Sharing Festival non è solo un contenitore di idee: è un laboratorio in cui si intrecciano voci e discipline per promuovere un’umanità più consapevole e un mondo più giusto. Unitevi a noi per fare un altro passo verso questo cambiamento possibile».

Per ulteriori informazioni scrivere a: lovesharingfestival@gmail.com

District Dance Festival: Spettacoli, laboratori gratuiti e incontri a Roma dedicati alla danza contemporanea

District Dance Festival: Spettacoli, laboratori gratuiti e incontri a Roma dedicati alla danza contemporanea

Torna a Roma, District Dance Festival, festival dedicato alla danza contemporanea, giunto alla terza edizione, ideato e organizzato dalla compagnia Atacama con la direzione artistica di Patrizia Cavola e Ivan Truol. Spettacoli, laboratori e incontri, dal 10 al 22 dicembre, tra La Scatola dell’Arte, l’ex Sala Consiliare del Municipio VII e il Teatro di Villa Lazzaroni di Roma con alcune tra le più rilevanti compagnie italiane:  EgriBiancoDanza, Ariella Vidach Aiep, Compagnia Atacama, Mandala Dance Company, Res Extensa, Ersilia Danza, Luna Dance Theatre, Compagnia Petranuradanza – Megakles  Ballet, Fabula Saltica. 

La programmazione di District Dance prevede undici spettacoli in cinque giorni al Teatro di Villa Lazzaroni (14-15 e dal 20 al 22 dicembre) portando in scena produzioni pluripremiate, ma anche opere inedite di autori e autrici contemporanei, con l’obiettivo di offrire nuovi sguardi e linguaggi al pubblico romano. Si comincia sabato 14 dicembre alle ore 21:00 con Sciara (genesi) di Compagnia Petranuradanza – Megakles  Ballet, un quadro surreale, con la regia e coreografia di Salvatore Romania e Laura Odierna. Un filo invisibile unisce l’uomo e la Terra, un flusso unico che nasce e cresce insieme, in cui il corpo è lo strumento che consente di mantenere salda l’unione tra questi due poli in un rapporto simbiotico e nello stesso tempo autonomo.  Segue Res Extensa con Dalet, progetto di danza contemporanea di e con Giorgia Giannini e Andrea Tenerini, che esplora l’essenza della Terra e gli archetipi umani. Ispirato dalla lettera ebraica Dalet, simbolo di solidità, la performance immerge i danzatori in un dialogo tra corpo e spazio. Attraverso una coreografia che rappresenta figure archetipiche universali, emerge un linguaggio corporeo ricco di simboli primordiali.  

Il 15 dicembre alle ore 17:30 il coreografo Claudio Pisa racconta in Delirante Tenerezzai ricordi e le emozioni scaturiti dalla nascita del figlio. Un viaggio nella paternità fatto di giochi, risate e gioie nel divenire di una famiglia. Una produzione della compagnia Fabula Saltica. Si continua con Luna Dance Theatre, in scena con Le Tre Marie del Mare, coreografia regia e drammaturgia di Simona Ficosecco. Tre donne, tre madri, tre sante portate dal mare, senza meta e senza tempo, da luoghi  lontani. L’ispirazione arriva da un piccolo villaggio, Saintes Maries de la Mer, dove sono  venerate tre Marie che secondo la leggenda qui approdarono su una zattera senza remi né  vele.

Al debutto romano, dal 20 al 22 dicembre Compagnia Atacama presenta tre performance tratte dal progetto Lost Solos, l’ultima produzione cheispirandosi alla rotta migratoria sbagliata di uccelli solitari fuori dallo stormo di appartenenza, dà corpo alla creazione di tre assoli per differenti danzatori (Lost Solos – Bianco con Nicholas Baffoni, Lost Solos – Blu con Camilla Perugini, Lost Solos – Rosso con Valeria Loprieno) in un progetto coreografico a cura di Patrizia Cavola e Ivan Truol di intersezione delle arti, unendo l’elaborazione della danza/poesia fisica a un lavoro di costruzione delle immagini pittorico e visionario, all’uso della parola e del suono. 

Riflessioni politiche, nell’era del virtuale e delle guerre, delle pandemie e dell’emergenza climatica, del consumismo e del capitalismo, sono presenti in Essence, produzione in scena il 20 dicembre a cura di Mandala Dance Company, compagnia internazionale diretta da Paola Sorressa, che affronta la delicata questione di cosa, nonostante le apparenti diversità, ci lega indissolubilmente gli uni agli altri a brevi e lunghe distanze temporali e territoriali.

District Dance Festival continua il 21 settembre alle ore 17:00 con Ariella Vidach Aiep che presenta Nel Bosco del Futuro, un racconto musicale multimediale “danzato” dedicato alle famiglie, dove immergere sogni e desideri della contemporaneità, a partire dall’immaginazione di una visione del futuro del pianeta, idea e regia di Claudio Prati e Ariella Vidach. Alle 21:00 la compagnia Ersiliadanza presenta Chameleons, ispirata all’adattamento, esprimendo attraverso la danza come i corpi possano evolversi, sperimentare e rinascere, riflettendo la natura effimera e in continua trasformazione della vita, in una società fluida, dove il cambiamento è inevitabile e la resistenza è ciò che crea sofferenza. 

Il 22 settembre EgribiancoDanza sarà in scena con Scritto sul mio corpo, un’opera di Raphael Bianco che esplora il corpo come supporto di emozioni, fragilità e speranze, riflettendo sulla precarietà della condizione umana in un contesto di crisi collettiva. La coreografia integra il segno corporeo con la narrazione, evidenziando come le esperienze passate plasmino l’individuo. Il lavoro affronta la transizione dalla morte alla rinascita, dedicandosi alla comunità che ne ha ispirato la creazione e a tutta l’umanità impegnata a fronteggiare sfide comuni. 

Non solo spettacoli ma anche due percorsi dedicati alla formazione, accomunati dalla volontà di approfondire il linguaggio del movimento nella sue varie sfaccettature: dall’esperienza pratica al confronto su tematiche contemporanee fino all’utilizzo delle nuove tecnologie. Il 10-11 dicembre si terrà presso La Scatola dell’Arte, il laboratorio gratuito a cura di Patrizia Cavola e Ivan Truol, in collaborazione con la cattedra di Storia della danza dell’Università La Sapienza di Roma, che vuole accompagnare alla visione dello spettacolo Lost Solos indagando i temi e le scritture coreografiche della creazione. La pratica unisce lo studio tecnico del movimento, l’ascolto, l’osservazione e la consapevolezza del proprio corpo all’espressione artistica e alla ricerca di un proprio linguaggio coreografico, verso la costruzione o lo svelamento di un corpo poetico.

Mentre sabato 21 dicembre presso l’ex Sala Consiliare del VII Municipio si terrà Nel Bosco Dei Numeri, un laboratorio interattivo gratuito per bambine/i con quattro postazioni di realtà virtuale progettato per coinvolgere le famiglie, ideato e curato da Antonietta Mira in collaborazione con Claudio Prati Ariella Vidach. Questo ambiente stimola la collaborazione tra genitori e figli attraverso dinamiche di gioco che si sviluppano ai confini fra il mondo virtuale e quello reale. Le attività ludiche offrono una nuova prospettiva sul nostro futuro, incoraggiando esperienze e interazioni che promuovono un approccio collettivo e collaborativo.

District Dance Festival 2024 è realizzato con il contributo del Municipio VII e in collaborazione con il Teatro di Villa Lazzaroni, La Scatola dell’Arte ETS, con la cattedra di Storia della danza dell’Università La Sapienza di Roma, e con il Municipio VII.

La Compagnia Atacama nasce nel 1997 fondata da Patrizia Cavola, coreografa e danzatrice, e da Ivàn Truol, coreografo, danzatore, attore. Da ottobre 2009 la compagnia ha residenza artistica presso La Scatola dell’Arte di Roma, centro di formazione e produzione, di cui sono essi stessi gestori e direttori artistici. Atacama è sostenuta e riconosciuta dal MIC Ministero della Cultura. L’Associazione Culturale, che negli anni ha ricevuto contributi anche dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dall’Imaie, persegue il fine di promuovere la conoscenza della danza contemporanea e delle arti performative attraverso la produzione di spettacoli dal vivo, l’organizzazione di  festival e rassegne e la creazione di progetti di formazione e perfezionamento professionale.

Per info e prenotazioni scrivere a info@compagniaatacama.it.
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