La pièce nasce, tra gli altri stimoli e indirettamente, da un passaggio presente nel romanzo Le transizioni di Pajtim Statovci : “I tedeschi sono più intelligenti ed educati degli italiani. A loro interessa dove sono adesso e dove sto andando, e di se stessi si limitano a raccontare cose simili […] Qui (in Italia) la gente ha tempo per leccarsi le ferite, penso, per tormentarsi eternamente su faccende del tutto irrilevanti, ha il tempo di meditare sul senso della vita per giorni, mesi, anni…”.

Cosa accade allora, mi sono chiesto, tra persone con un obiettivo comune e vissuti profondamente diversi e diversificati, che attendono l’arrivo di qualcuno (o qualcosa) che stanno aspettando da tutta la vita?

Augusto pone come centro nevralgico di tutte le situazioni, i conflitti, le rivendicazioni dei personaggi la sua assenza. La pièce ruota attorno a un topos molto ricorrente nella drammaturgia e nella letteratura, da quella moderna a quella contemporanea: la mancanza del protagonista, una festa per un festeggiato che non c’è, la celebrazione e l’evocazione dell’assente. Il testo gioca con gli stereotipi legati a questo topos, definendo i personaggi in base al loro “ruolo”, ambientando l’azione in una vecchia sala da ballo in un seminterrato dove si presuppone avverrà una festa o qualcosa di simile e allo stesso tempo aggiunge elementi di struttura tipici della commedia degli errori: entrate progressive, scambi di identità, equivoci, giochi di parole, misteri, rivelazioni, gags. Tutto questo mentre le vicende, gli incontri e gli scontri tra i personaggi scivolano lentamente dal comico e dal grottesco al dramma più profondo e inquietante, spostando il centro della pièce dall’assente ai presenti, dalla ricostruzione dell’identità di chi non c’è alla ricognizione di un presente che manca a chi c’è e ancora attende, spera e si dispera.
L’assenza è la domanda iniziale che si sgretola progressivamente, è un pretesto che serve ad altro, all’Altro, per riconoscersi, ridefinirsi, liberarsi. 

Anno di stesura: 2021

i

Numero pagine: 75

Numero personaggi: 7

R

Testo già rappresentato: NO

SINOSSI

Augusto è _______

Il testo ruota attorno al tentativo, da parte dei personaggi, di completare questa proposizione semplice.
Una vecchia sala da ballo in un seminterrato, attraversata dal rumore della metropolitana sopraelevata e condizionata da una serie di malfunzionamenti dell’impianto elettrico e dell’ascensore, è il luogo di ritrovo indicato da Augusto. Gli invitati, Sex Worker, Compagno di Scuola, Presunto Figlio e poi Animatrice, sono sconosciuti riuniti in uno spazio sia accogliente che angusto, ciascuno per un motivo diverso, compresi Moglie e Marito. Questo motivo, sia intimo che esposto, diventa lo sguardo con il quale relazionarsi e il filtro attraverso il quale cercare e poi attendere Augusto, fino al suo arrivo.
Augusto deve arrivare. Augusto arriverà.
Così credono e intanto, tra equivoci e proiezioni, tentano di ricostruire una possibile identità mediante racconti più o meno plausibili, aneddoti chissà quanto veritieri, supposizioni sul loro legame con lui e sul motivo che li ha portati lì e che non può che tenerli lì, come avessero un conto aperto con Augusto, qualcosa di irrisolto, un vuoto che ciascuno vuole urgentemente colmare. Il meccanismo ad entrata continua e progressiva dei personaggi genera un accumulo di situazioni tipico della commedia degli errori che scivola gradualmente e in maniera sempre più grottesca e drammatica verso un ultimo ingresso nella sala: un elettricista venuto forse a sistemare il difettoso impianto elettrico della sala, forse a risolvere la loro attesa, forse a porre fine a quella che, nel corso dell’opera, diventa una festa per un festeggiato che manca.

RICHIEDI IL TESTO INTEGRALE

Compila il form per ricevere gratuitamente il testo integrale.
Lo invieremo alla tua mail il prima possibile!

Vuoi ricevere il testo integrale di "Augusto" di Giuseppe Pipino?

4 + 3 =