AS-SAGGI DI DANZA #7 – Compagnia Aterballetto

Gen 29, 2017

Esistono ben poche compagnie capaci di mantenere alto nel tempo il buon nome della danza italiana: una di queste recita il nome di Aterballetto. E – oserei dire – a ciò non sarebbe necessario aggiungere altro.

Nata nel 1979, la Compagnia Aterballetto ha riscosso l’eredità della Compagnia di Balletto dei Teatri dell’Emilia Romagna diretta da Vittorio Biagi, divenendo uno degli ensemble più stimati e premiati a livello internazionale, ma soprattutto l’unica realtà performativa stabile al di fuori delle Fondazioni Liriche.

Il merito di tutto ciò, oltre ovviamente all’impareggiabile bravura dei danzatori, sta nel susseguirsi di tre direttori artistici che hanno contribuito appieno all’affermazione del lustro di Aterballetto:Amedeo Amodio, primo “genitore” della neonata compagnia, a capo della quale vi è stato per ben 18 anni, fino cioè alla sua “maturità”, pronto quindi a lasciare le redini del comando per incoraggiarne la “crescita” nella piena ricerca di una propria identità performativa; Mauro Bigonzetti, testa e cuore della compagnia per un decennio, nonché Coreografo principale fino all’anno 2012, il cui segno artistico è stato (ed è tuttora) probabilmente il più distintivo del repertorio Aterballetto; Cristina Bozzolini, signora della danza, mecenate dei nostri tempi, al “timone” della compagnia emiliana dal 2008 a oggi.

Tre rappresentanze imponenti dell’arte tersicorea in Italia, così diverse tra loro, così concordi nel raggiungere l’obiettivo principale, fare di Aterballetto un modello da seguire, una massima aspirazione verso cui protendere le ambizioni, una Mecca per i giovani talenti italiani (e non) dove scoprire e riscoprire il gusto di danzare per stimolare emozioni e addolcire lo sguardo dello spettatore contemporaneo, fin troppo obbligato a “comprendere” le dinamiche e i virtuosismi.

Il segreto di tutto ciò? La scelta dei coreografi ospiti. Nonostante, infatti, la presenza stabile di Bigonzetti dal 1997 al 2012 (come accennato poc’anzi), la direzione artistica Aterballetto ha continuamente invitato maestri di fama internazionale a donare alla Compagnia sempre nuove forme di movimento, di espressività, di interpretazione. Tra essi si annoverano i nomi di Jiri Kylian, William Forsythe, Ohad Naharin, Johan Inger, Andonis Foniadakis, Fabrizio Monteverde, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, Michele Di Stefano, Cristina Rizzo, Giuseppe Spota – solo per citarne alcuni.

Non è dunque un caso che la Regione Emilia Romagna, il Comune di Reggio Emilia, l’Associazione Teatrale Emilia Romagna (ATER) e, soprattutto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) decidano pedissequamente di sostenere e finanziare la Compagnia, ormai ufficialmente considerata come vero e proprio Centro di Produzione della Danza.

Insomma, la (vera) qualità della danza italiana si misura in base al successo che Aterballetto ha conseguito nel corso di quasi 40 anni. Pareggiare i conti non è affatto semplice. Ma nemmeno del tutto impossibile

 

Foto

Aterballetto / Antitesi © Alfredo Anceschi

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