Quando aveva sedici anni Anna ha ucciso la madre e la sorellina a coltellate. Ora di anni ne ha trenta, ed è appena uscita di prigione. Ad attenderla c’è il padre, che nonostante tutto le è rimasto vicino, che ha ricostruito la propria vita attorno a quella figlia che sui giornali chiamano “mostro”. E c’è un uomo, ossessionato da Anna e da quei brutali omicidi, che la insegue e vede in lei una compagna di vita. E c’è una coppia, i nuovi vicini di casa di Anna, che credono che non sia giusto che lei sia tornata in libertà, e fantasticano di ucciderla.
“Anna” è un viaggio nel male, e nella fascinazione che esercita su noi umani. E’ una riflessione sulla nostra incapacità di perdonare, sull’odio, sulla nostra incapacità di riconoscerci come possibili carnefici.
Anno di stesura: 2021
Numero pagine: 25
Numero personaggi: 5
Testo già rappresentato: No, è stato letto a Roma Europa Festival e al Teatro Carcano a Milano nel 2021, tramite l’associazione Situazione Drammatica
Menzione speciale Situazione Drammatica al Prmeio Hystrio Scritture di scena
SINOSSI
Anna è tornata a casa. Anna, quella che a sedici anni ha massacrato la madre e la sorella con un coltello da cucina. Anna che è stata perdonata dal padre: nei quindici anni di carcere lui le è stato sempre accanto, e ora è pronto ad aspettarla a casa. Ma ci sono anche altri ad attenderla: una coppia, i suoi futuri vicini di casa, che sono pronti a fare giustizia, convinti che Anna non meriti di essere uscita dal carcere; e un uomo, misterioso, che vede in lei una possibile compagna di vita.
Il ritorno a casa di Anna diventa un viaggio attraverso il suo passato, un incontro con il male che cambia la vita di tutti i personaggi.
Il testo prende spunto da un famoso caso di cronaca e ne esplora i limiti, scatenando una riflessione sull’odio. Il fatto di cronaca diventa una moderna tragedia che ci pone di fronte agli isterismi e alla violenza della nostra società contemporanea.
2021: Menzione speciale Situazione Drammatica al Prmeio Hystrio Scritture di scena con “Anna”
Anna è un nome che può essere letto da destra verso sinistra e viceversa, come a indicare, segretamente, che può essere letto come fossimo testimoni o artefici, oppure vittime o carnefici. La scrittura di Fermariello è scarna e diretta, come se non avesse paura di dare nome alle mostruosità dell’animo umano; ha il pregio di creare un ambiente desertico, grazie a un linguaggio apparentemente povero condizionato dallo slang televisivo di questi tempi. Colpisce, in Anna, la mancanza di empatia dei personaggi, che costruiscono relazioni senza possibili vie di fuga; eppure i loro ragionamenti sono lo specchio che dovrebbe condurci a una via d’uscita… se fossimo diversi da loro.
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