Alexis: una storia d’identità attraversa la letteratura e la danza contemporanea

Set 24, 2024

Articolo a cura di Sara Raia

Alexis: nome ambivalente, multiplo e molteplice, fonte d’ispirazione che collega il tempo in un dialogo inter artes. Protagonista di una storia identitaria, unisce passato e presente, letteratura e danza, attraverso un lavoro verbale e corporale. Alexis è un personaggio che nasce in ambito letterario e dalla classicità se ne osserva l’excursus fino alla rappresentazione visiva odierna: Viriglio, nella seconda egloga delle Bucoliche, sceglie di nominare Alexis il pastore che arde d’amore e che possiede un’inconsueta delicatezza d’animo. Marguerite Yourcenar, giovanissima autrice francese agli esordi della propria carriera letteraria, pubblica un breve romanzo dalla potente carica emotiva che racconta la storia di Alexis, da cui trae grande ispirazione il coreografo Aristide Rontini per la propria produzione di danza contemporanea.

L’eco di questo nome, insieme ai significati che gli si attribuiscono, permette il confronto con quelle che vengono definite da Guillén “sfere dell’espressione umana”. Alexis abbraccia in particolare la letteratura e la danza ma le arti che dialogano con il testo sono molteplici, ognuna avente uno specifico codice e metodo rappresentativo. La letteratura si misura da sempre con territori limitrofi e intesse una relazione profonda con le arti dello spettacolo. Questo processo richiama la transcodificazione, l’adattamento e la riscrittura ma per raggiungere risultati artistici elevati necessita di una mise en abyme: in gioco una sfida rappresentativa, allontanandosi dalla mera imitazione. Si parla di una ri-creazione e, dunque, Alexis viene creato e ri-creato nel tempo.

Alexis o il trattato della lotta vana è un romanzo di Marguerite Yourcenar, pubblicato per la prima volta nel 1929. Il titolo si ispira, in primis, al nome di un personaggio virgiliano e all’opera Traité du vain désir di Gide. Yourcenar affronta la tematica dell’omosessualità scegliendo una scrittura epistolare affidata al protagonista che si esprime in prima persona. Alexis cerca di dichiarare, tramite una lunghissima lettera, la propria omosessualità alla moglie Monique. Ne consegue un ritratto che riguarda “la trama di una vita” portata avanti nell’ombra, mettendo da parte l’innocente desiderio d’essere felicemente sé stessi per il solo obbligo di rispondere ai canoni, ai dettami della società.
Una storia che può essere sofferta fino al momento liberatorio del coming out, ripercorso e riadattato attraverso il medium della danza contemporanea. Aristide Rontini, sceglie consapevolmente di gettare un’ancora temporale tra ieri e oggi per analizzare, mediante la semplice e peculiare gestualità del corpo, la quaestio di costruzione identitaria, spostandosi dalla Francia per arrivare nell’Italia odierna.

Alexis 2.0 è una produzione dell’Associazione Culturale Nexus, in coproduzione con Oriente Occidente, ideata e coreografata da Aristide Rontini il quale modella la tematica trattata dalla Yourcenar con una singola corporalità: quella del performer Cristian Cucco. Rontini ha un chiaro intento coreografico: scavare a fondo nell’ambivalenza attraverso l’interesse verso la contraddizione e la trasformazione.
La performance, rappresentata sia in ambienti interni che in esterni, si origina nel silenzio e il pubblico è invitato a osservare con l’immaginario una gabbia pregiudicante che intrappola un corpo in divenire. Il danzatore cammina, senza arrestare il proprio passo, per un tempo che dilata personalmente, attorno a queste mura invisibili di costrizione sociale. I suoi passi sono veloci, a tratti scattanti, poi intensamente lenti ma sempre bloccati bruscamente per invertire direzione e intensità. Il corpo incalza al suolo e genera onde sonore che ipnotizzano il pubblico durante un tentativo di rivelazione. Lo sguardo di chi osserva segue i piedi veloci del danzatore, le ginocchia che si toccano e le caviglie che in bilico resistono. Le mani del performer si chiudono in un pugno in cui si nasconde il coraggio necessario a uscire dall’omologazione.

Ne consegue una fisicità che incarna l’Alexis letterario in tutte le sue fragilità: non vi sono le parole ma piccoli passi, gesti, scatti e respiri a occhi chiusi, a dar prova della difficoltà di scavare dentro sé stessi. Altamente significativa è la conclusione della performance: il danzatore, spogliandosi della t-shirt indossata per l’intera esibizione, si allontana dalla scena, con lo sguardo fiero di chi riesce a esprimere, finalmente, la propria reale identità.
Alexis è al centro di una questione considerata a lungo illecita, eppure, nonostante la tematica sia ormai ampiamente conosciuta e trattata, la propria confessione può risultare angosciosa oggi come un tempo. La letteratura e la danza, associate ai gender studies, hanno dato parola e corpo alla libertà d’identità, sfidando processi sociali ancora troppo poco inclusivi.

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