Henrik Ibsen nasce a Skien il 20 marzo 1828 e muore a Oslo il 23 maggio 1906. È stato uno scrittore, drammaturgo, poeta e regista teatrale norvegese. È considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni e il profondo maschilismo. Tra i capolavori, emblema della produzione di Ibsen è Casa di Bambola. Scritto ad Amalfi durante un soggiorno di Ibsen e rappresentato la prima volta il 21 dicembre dello stesso anno a Copenaghen, Casa di Bambola è una pungente critica sui tradizionali ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito del matrimonio durante l’epoca vittoriana. Ibsen, così scrisse nei suoi primi appunti per la commedia: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un’altra completamente differente in una donna. L’una non può comprendere l’altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo».
HELMER: Sarei felice di lavorare per te giorno e notte, Nora… di patire pene e privazioni per amor tuo. Ma non c’è
nessuno che sacrifichi il suo onore per la persona amata.
NORA: Centinaia di migliaia di donne lo hanno fatto!
HELMER: Tu pensi e parli come una bambina irragionevole.
NORA: Sia pure. Ma tu non pensi nè parli come l’uomo a cui potrei unire la mia vita. Passato il tuo spavento… non per
quello che minacciava me, ma per quello a cui eri esposto tu stesso, una volta passato il pericolo… per te è stato come se non fosse successo niente”
Vi proponiamo una versione televisiva dell’opera andata in onada nel 1968 sul primo canale RAI:
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L’originale del testo di Casa di Bambola, conservato nella Biblioteca Nazionale Norvegese di Oslo, è stato inserito nel 2001 dall’UNESCO nel Registro della Memoria del mondo.

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