1° evento internazionale su Arti e Disabilità: Presenti accessibili a Milano 

Apr 27, 2022

Inclusività e accessibilità sono tra i temi centrali della “Dichiarazione di Dresda”. Il tavolo internazionale di Progetto Cresco, insieme a diversi partner, sostiene e promuove le attività nate dalle diverse tappe che hanno accompagnato la nascita di questo documento.

In questa prospettiva si segnala PRESENTI ACCESSIBILI un’iniziativa di Oriente Occidente, Ministero della Cultura e Regione Lombardia finanziato nel contesto di EBA Europe Beyond Access, il più grande progetto al mondo su arte e disabilità co-finanziato da Creative Europe e in collaborazione con Al.Di.Qua. Artists, la prima associazione di categoria italiana fondata nel 2020 da artistə con disabilità.

Talk, laboratori, incontri tra mondi, mentre per la prima volta un film sui sordi vince l’Oscar. In Italia i professionisti dello spettacolo con disabilità, Al.Di.Qua. Artists, mettono per iscritto il primo manifesto su arte e disabilità.
Europe Beyond Access con il 1° Convegno Nazionale Presenti Accessibili che si svolgerà a Milano dal 27 al 29 aprile vuole sostenere la nuova generazione di artisti di danza e teatro disabili e favorire la fruizione di arte e cultura per tutti. 
 
“Il Convegno vuole portare all’attenzione di tutti che i disabili che sì occupano di arte e spettacolo non lo fanno solo per hobby o per tenersi impegnati ma sono veri e propri professionisti che come tali vogliono essere riconosciuti” spiega Chiara Bersani, fondatrice con altri del gruppo Aldiqua Artists. L’arte per i disabili non è solo ‘essere impegnati in qualcosa’, ma è una professione, un lavoro, inoltre ha benefici sulla salute fisica, sociale, mentale. Analoghi effetti positivi sono stati riscontrati su chi ne fruisce.  
 
Un evento internazionale unico, il primo del suo genere, che porta alla ribalta una istanza culturale, politica e umanitaria al tempo stesso: il riconoscimento dei lavoratori dello spettacolo con disabilità come artisti e non come persone con limitazioni. In Europa il 12,8% della popolazione tra i 15 e i 64 anni ha una o più disabilità. Annoverando nel calcolo l’interezza della popolazione europea, essa è composta per un quinto da persone con disabilità. Si tratta del 19% della popolazione.  
 
Qualcosa sta cambiando.
Lo testimonia CODA, acronimo di Children of Deaf Adults, figlio udente di genitori sordi, diventato improvvisamente familiare alla notte degli Oscar. E’ il titolo del film che ha fatto la storia, vincendo la statuetta per il miglior film e anche gli altri due premi per cui era candidato: “migliore attore non protagonista”, andato a Troy Kotsu, attore sordo, e alla regista Sian Heder per la migliore sceneggiatura.
 
Oriente Occidente è incontro di culture, accessibilità, accoglienza, apertura alle differenze, educazione alla bellezza, ma anche ricerca artistica e innovazione. “Per orgoglio e rispetto di questi nostri pilastri, abbiamo deciso di realizzare un evento di sensibilizzazione, per la prima volta in Italia, sul tema dell’accessibilità nelle arti performative” spiega Anna Consolati Direttrice Generale di Oriente Occidente “Nel percorso attraverso questi temi abbiamo incontrato la grande disponibilità del Ministero della Cultura e della Regione Lombardia, che sono diventati non solo di grande sostegno ma parte attiva dell’organizzazione di questo evento”.

IL MANIFESTO PER L’ARTE E LA DISABILITA’
La disabilità è nella mente di chi guarda
 

1) Per gli artisti e lavoratori dello spettacolo portatori di corpi disabilitati, la disabilità è un fattore di orgoglio, non di vergogna. 
2) Siamo arrivati a rapportarci con i limiti ma non vogliamo più quelli imposti da altri. 
3) La disabilità è quando gli abili ci guardano con pietà e ci vedono come corpi difettosi prima che come INDIVIDUI. 
4) I corpi disabilitati possono comunicare punti di vista, denunciare, essere  glamour, teneri, sexy, aggressivi, armoniosi, belli, asimmetrici, distonici, perfetti come l’arte. 
5) Gli abili esercitano una rimozione delle paure per poter essere ‘come noi’. Ma siete voi a pensare che essere ‘come noi’ sia peggiore, siete sicuri che noi vorremmo essere ‘come voi’? Perché non ce lo chiedete?
6) L’arte ha sempre rappresentato bruttezze magnifiche, perché l’arte non giudica, rappresenta.
7) Nel piano 20-30 dell’Agenda Sostenibile dell’ONU, uno degli obiettivi da raggiungere è l’inclusione della diversità, ma questo rimarrà solo uno slogan politicamente corretto sino a che i nostri messaggi faranno parte delle rubriche sulla disabilità e non di quelle di danza, cultura e spettacolo blasonate. 
8) L’arte e la cultura non possono essere limitate ad un modello mainstream: maschio, bianco,  abile, sano, cis, etero. 
9) L’arte e la cultura devono ribellarsi al tentativo di relegare alcuni dei suoi rappresentanti in recinti, riserve naturali, ghetti. Gli artisti con corpi disabilitati hanno scelto l’arte NON come passatempo o per tenersi occupati, ma come professione .
10) E’ necessario sradicare l’idea che di noi parlino gli abili e che siano loro ad interpretare la disabilità. Chi meglio di noi può interpretare diversità fisica, cecità, sordità, neurodiversità?

Disabilità è nella mente di chi guarda 
Guarda il video-manifesto qui: https://vimeo.com/691770085

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